Coronavirus: rischio di ferie “forzate” per i lavoratori lombardi e per quelli di altre 14 province
L’emergenza coronavirus potrebbe richiedere ai lavoratori della Lombardia e di altre 14 province italiane della zona “arancione” di prendere le ferie “forzate” ed il congedo obbligatorio fino al 3 di aprile.
A prevederlo è il Dpcm siglato nella notte dell’8 marzo dal premier Giuseppe Conte per i lavoratori della “zona arancione”.
Le province interessate sono tutte quelle della Regione Lombardia e le province di Modena, Pesaro e Urbino, Parma, Rimini, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Piacenza, Reggio Emilia, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
L’articolo 2, comma 1, lettera r dello stesso Dpcm prevede la possibilità di “affiancare” alle ferie lo smart working.
Emergenza coronavirus: ferie “forzate” fino a 4 settimane
Il Dpcm sottoscritto nella notte dell’8 marzo dal premier Giuseppe Conte sarà in vigore a partire da lunedì 9 marzo e prevede come prima misura per contrastare la diffusione del coronavirus quella di evitare lo spostamento delle persone all’interno delle province della c.d. “zona arancione”.
Gli spostamenti devono essere concessi e motivati da esigenze lavorative e da situazioni di necessità – come evidenzia anche il Sole 24 Ore.
Fino al 3 aprile i lavoratori della “zona arancione” potranno mettersi in ferie o prendere il congedo obbligatorio o ricorrere allo smart working.
Inoltre, potrebbe essere richiesto ai lavoratori di mettersi in ferie per 4 settimane: ciò significa che per la maggioranza dei lavoratori significherebbe esaurire tutte le ferie dell’anno.
Emergenza coronavirus: smart working
Un’altra possibilità prevista dal Dpcm potrebbe essere quella di ricorrere al lavoro “agile” che può essere attivato in ogni parte d’Italia.
La normativa prevede che lo smart working può essere svolto sia in sedi alternative che dalla propria abitazione.
Diverse società, banche assicurazioni, etc. hanno iniziato ad attivare lo smart working da due settimane.
Difficile poter attivare questa modalità di lavoro per i lavoratori del settore ristorazione e delle imprese di pulizie.
Nel caso in cui il datore di lavoro non abbia attivato il lavoro agile o misure di congedo o ferie, i lavoratori possono recarsi sul posto di lavoro.