Il chewing gum o meglio il suo brevetto ha 150. La gomma da masticare può vantare origini ben più antiche, scopriamo quali sono.
Il chewing gum in realtà è una scoperta antica, ma il suo brevetto ha 150 anni. William Semple lo depositò il 28 dicembre 2019, in una versione molto simile a quella che conosciamo noi oggi. Ad idearla fu un dentista che vide le gomme come un modo per pulire i denti e rafforzare le nostre mascelle.
Storia di un prodotto antico
Le prime gomme vennero vendute nel New Jersey nel 1871, quasi prive di sapore, molli per cui poco attraenti. La ricette venne migliorata, soprattutto il sapore, diventando uno dei maggiori successi di fine ‘800.
In Europa arrivarono solo la seconda guerra mondiale e quando presero il nome di chewing gum, divennero il simbolo del sogno americano. Quest’associazione nacque dai soldati che combatterono il secondo conflitto mondiale, che la masticavano per avere una buona igiene orale e allentare la tensione, soprattutto nella versione arricchita di caffeina.
Il primo Paese dove la moda arrivò fu la Gran Bretagna, per poi passare al resto del continente europeo. In Italia venne diffusa da alcuni produttori, i cui nomi sono emblematici Ambrogio ed Egidio Perfetti, che crearo il marchio Brooklyn. Un effetto simile a quello che viene utilizzato per il famoso italian sounding.
Le origini antiche della gomma da masticare
Come abbiamo anticipato, i chewing gum hanno però un’origine ben più antica rispetto al brevetto. I primi ritrovamenti sono stati fatti tra le rovine dei Maya, che masticavano palline di gomma estratte dalla pianta Chicle, meglio nota come caucciù.
I chewing gum e l’ambiente
Un aspetto che poco consideriamo è l’impatto ambientale che hanno le gomme da masticare e non possiamo di certo ignorare. Esso è prodotto a partire da materiali plastici, aspartame e ci mette più di 5 anni per sparire dall’ambiente. Inoltre, non entra mai a far parte della raccolta differenziata, perchè spesso viene smaltito ovunque, gettato dove ci si trova.
Solo in Italia vengono disperse ben 23.000 tonnellate e 560.000 a livello mondiale di gomme da masticare. Una cosa che è stata ben evidenziata dal documentarista Andrew Nisker nel suo The Dark Side of the Chew. Si sta per questo lavorando ad alternative biodegradabili e una prima idea arriva dal Messico, patria natia proprio come lo avrebbero mangiato i Maya.