Rivolta nelle carceri italiane dopo il decreto del coronavirus che vieta i colloqui con i parenti: tra morti e ostaggi ecco cosa è accaduto.
Rivolta nelle carceri di tutta Italia a seguito delle restrizioni che riguardano anche i detenuti. Che cosa è accaduto.
Rivolta dei detenuti nelle carceri di tutta Italia
Tantissime le restrizioni che sono state decise per il coronavirus che riguardano anche i detenuti e le visite da parte dei parenti. Queste nuove norme momentanee e dettate per motivi di sicurezza hanno alimentato la rivolta dei detenuti tra sequestro di agenti, incendi, tentativi di evasione e morti.
A Melfi – provincia di Potenza – i detenuti hanno preso in ostaggio cinque agenti della polizia penitenziaria insieme a cinque sanitari (due infermieri e tre medici). Una protesta durata dieci ore – come si evince anche da Repubblica – e nella notte sono stati liberati.
A Marino del Tronto un uomo è morto dopo il trasferimento ed è la settima vittima tra i detenuti: un bilancio agghiacciante nonostante le cause del decesso di questo uomo di 40 anni sarebbero legate ad overdose.
Anche uno dei detenuti di Modena sarebbe in gravissime condizioni sempre per assunzione di oppiacei avvenuta durante il suo trasferimento.
Secondo i dati emersi dal sindacato della Polizia Penitenziaria sarebbero 27 gli istituti di pena oggetto di rivolte. I detenuti chiedono garanzie in merito contro il contagio dal virus e mettono in luce la gravità del sovraffollamento.
Tensioni anche a Roma dove alcuni detenuti hanno spaccato una grata sul tetto del carcere buttando giornali, cartoni e mobili dati alle fiamme. Non è migliore la situazione a Foggia dove ci sono 50 detenuti evasi: 36 di loro bloccati e rientrati nelle loro celle.
Le forze di polizia stanno in queste ore monitorando la situazione.