Tsunami Coronavirus: rinviate tutte le cure procrastinabili
Spunta il Decreto Legge approntato dal Governo per fronteggiare il Coronavirus con 20mila operatori in più.
L’obiettivo è rinviare le cure procrastinabili e sospendere tutte le attività ambulatoriali non urgenti incluse quelle in libera professione svolte intramoenia all’interno delle strutture ospedaliere.
Da Nord a Sud sono quasi tutte le regioni italiane che hanno frenato o sospeso le cure “non Covid-19”.
In Liguria sono stati sospesi gli interventi chirurgici ordinari l’uso delle sale operatorie a eccezione di urgenze.
In Puglia sono stati stoppati gli esami diagnosti, visite ambulatoriali, esami diagnostici, e ricoveri programmati eccetto le cure oncologiche.
In Toscana sono gestiti telefonicamente tutti i pazienti in “follow up” rinviabili in un secondo momento.
In Sardegna sono stati prorogati i piani terapeutici dei medicinali e dei dispositivi per i pazienti con patologie croniche.
In Lazio è stata sospesa l’attività di tutti gli ambulatori che non abbiamo priorità urgente e breve, eccetto gli screening oncologici.
In Veneto è stata limitata la distribuzione diretta dei farmaci e sono state bloccate le attività distrettuali salvo le cure domiciliari e le urgenze.
Ogni Regione ha adottato la propria linea e misura nel rispondere all’emergenza sanitaria dell’epidemia coronavirus.
Emergenza: tutelare il diritto alle cure per i più deboli
Sono stati prorogati i piani terapeutici per dieci milioni di pazienti cronici.
Si tratta di una proposta di Cittadinanzattiva e dei medici internisti ospedalieri Fadoi che hanno presentato una richiesta all’Aifa.
Anche per i pazienti oncologici le linee guida arrivano dall’Associazione di oncologia medica Aiom.
Nel caso di pazienti in trattamento attivo è necessario valutare
“caso per caso un eventuale rinvio in base al rapporto tra i rischi legati all’accesso all’ospedale e i benefici attesi dalle cure”,
sottolinea Saverio Cinieri, il Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
In piena emergenza tsunami coronavirus il Servizio sanitario quando può mette in stand-by e rinvia le «altre cure» e libera interi reparti per i posti letto destinati ai pazienti contagiati dal virus cinese.