Coronavirus, parla una paziente guarita: “È un viaggio all’inferno”

Una paziente dimessa dall’ospedale di Cremona ha raccontato la sua esperienza dopo essere stata contagiata dal coronavirus.

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Il coronavirus e il viaggio all’inferno: il racconto di una 68enne guarita dalla malattia.

Il ricovero in ospedale

Un racconto da brividi quello di Fernanda, paziente Covid-19 dell’ospedale di Cremona. Come riporta anche Fanpage, alla donna il tampone non è mai stato fatto, nononostante ne abbia fatto richiesta più volte.

Il suo martirio è iniziato a casa qualche settimana fa, con una febbre tra i 37 ed i 38 gradi, che non accennava mai a scendere. Fernanda aveva difficoltà a deglutire, sia liquidi che cibo. I polmoni li sentiva in fiamme, così aveva deciso di recarsi all’ospedale di Cremona.

Ed è nel nosocomio lombardo che è iniziato un vero e proprio calvario. Le è stato messo l’ossigeno, perché da sola non riusciva a respirare.

La solitudine della malattia

Il suo ricovero è durato diverse settimane. A posteriori, la paziente ha sottolineato l’importanza dei controlli in ospedale. Se non si fosse recata nel nosocomio cremonese, probabilmente ora non potrebbe raccontare la sua storia.

Scene di guerra quelle viste dalla 68enne in ospedale: infermieri che staccano l’ossigeno a qualche paziente che ne ha bisogno, per soccorrerne qualcuno ancora più grave.

Quello che ha più colpito Fernanda è la solitudine cui sono costretti i contagiati. Gli unici che possano occuparsi di loro sono medici ed infermieri, che la donna chiama angeli silenziosi e che si prendono cura di tutti, sfidando anche i propri limiti.

Il racconto della donna rende l’idea di quanto abbia dovuto passare.

“Non è una banale influenza, è l’anticamera dell’inferno”

ha raccontato la paziente. Una malattia, quella del coronavirus, con conseguenze non solo fisiche, ma anche psicologiche, tanto che Fernanda non riesce più a deglutire l’acqua gasata.

Un trauma che sarà difficile dimenticare e che lei può fortunatamente raccontare.

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