Grida la sua innocenza dal carcere in Egitto Patrick Zaky che ieri doveva affrontare un’udienza rimandata per il coronavirus. Ecco cosa è accaduto.
Il caso dello studente egiziano della facoltà di Bologna detenuto in Egitto non pare sbloccarsi e l’udienza prevista per ieri et stata rimandata. Ecco l’appello straziante di Patrick Zaky dal carcere.
L’arresto di Patrick Zaky
Il giovane Patrick Zaky originario dell’Egitto ma studente della facoltà di Bologna è stato arrestato in occasione del rientro nel suo Paese per visitare alcuni parenti.
L’accusa mossa al giovane tenuto in carcere ormai dai 8 febbraio è di propaganda sovversiva per alcuni suoi post su Facebook ed aver scritto una tesi che tratta, tra l’altro, di omosessualità.
La vicenda ha scioccato sia la famiglia che l’opinione pubblica italiana anche per le notizie riferite dal giovane sulle condizioni della detenzione.
Nel carcere Egiziano infatti sarebbe stato immediatamente torturato e sottoposto ad interrogatorio oltre ad essere costretto a stare in una cella affollata senza servizi.
Fatto che gli ha causato anche un’infezione respiratoria e agli occhi.
Anche i genitori hanno incontrato molti ostacoli per poterlo incontrare nel carcere di Tora dove è stato trasferito e dove vengono reclusi i detenuti politici.
Quanto è lontana per lui la scarcerazione?
Il 27enne si proclama innocente poiché afferma che conosce le leggi del suo Paese ed ovviamente non sarebbe mai tornato se avesse saputo di aver commesso degli illeciti.
Secondo il suo avvocato infatti il profilo Facebook incriminato sarebbe solamente un falso non riconducibile a Patrick.
Il giovane ha visto rinnovarsi la custodia cautelare dalla Procura di sicurezza del Cairo e proprio per la giornata di ieri 16 marzo era stata programmata un’udienza urgente.
In aula però non si è arrivati perché a causa dell’emergenza mondiale per il coronavirus che ha ormai interessato anche l’Egitto, è stato deciso di rimandare tutte le udienze.
I detenuti infatti in questo momento non possono lasciare il carcere per recarsi a processo.
Il caso è molto sentito e dall’Italia arriva il sostegno di numerose persone, esponenti dell’Università di Bologna e politici per il ragazzo che rischia fino a 25 anni di carcere.
Dalla cella Zaky fa un appello:
“Fatemi uscire da qui prima possibile, voglio tornare a studiare all’Università”
Ha dichiarato, avendo già richiesto i suoi libri. E sulla facciata del Co nn une bolognese è stato esposto uno striscione con un accorato appello per lui
“Libertà per Patrick Zaky”
Recentemente vi è stato l’incontro tra Stefania Pucciarelli, presidente della Commissione diritti umani al Senato, e Giampaolo Cantini.
La senatrice pentasellata Michela Montevecchi presente all’incontro ha riportato l’intenzione dell’ambasciatore italiano al Cairo di:
“Seguire questo caso in maniera costante come fatto fin’ora”