Gino Fasoli, dottore in pensione tornato a lavoro per fronteggiare l’emergenza coronavirus, è morto proprio di covid-19.
Gino Fasoli è uno degli esempi dei grandi sforzi che stanno facendo i camici bianchi in questi giorni di emergenza.
Dottore in pensione
Gino Fasoli è uno dei medici ritornati a lavoro dopo la pensione. Per fronteggiare l’emergenza coronavirus, il medico di Sulmona non aveva esitato ad indossare di nuovo il suo camice bianco invece di godersi la pensione. Una scelta dettata dall’emergenza e dal grande senso del dovere. Purtroppo, il dottore è stato contagiato dal virus che stava cercando di curare nei suoi pazienti. Lo scorso sabato si è spento all’età di 73 anni nell’Istituto clinico San Rocco a Ome, nei pressi di Brescia. I funerali si sono tenuti a Sulmona.
Una vita dedita al lavoro
Gino Fasoli era un medico di base che aveva esercitato per molti anni della sua vita, a Cazzago San Martino. Precedentemente, però, il suo lavoro era stato al servizio del pronto soccorso di Bornato.
La sua pensione risale al 2016 ma aveva continuato a mettersi al servizio degli altri essendo attivo nel volontariato. In particolare, supportava Emergency in Africa e accompagnava i malati in pellegrinaggio a Lourdes. Tra i suoi hobbies la montagna.
I colleghi lo ricordano come un uomo generoso e disponibile. Tanto che non aveva esitato a tornare in servizio per combattere il nemico invisibile che ha provocato una pandemia globale.
Il sindaco di Cazzago San Martino, Antonio Mossini, come si legge su Fanpage, ha voluto ricordarlo così:
“È stato un bravo medico era una persona molto riservata e apprezzata da tutti”.
Non sono tardati ad arrivare anche decine di messaggi di cordoglio sui social.