Coronavirus, maschera da snorkeling diventa respiratore: il progetto sperimentale per gli ospedali

La maschera da snorkeling venduta da un noto negozio sportivo verrà utilizzata in ospedale come respiratorie per il coronavirus. Il progetto

maschera snorkeling usata per coronavirus
maschera snorkeling usata come respiratore: la sperimentazione

Negli ospedali di Brescia e Chiari verranno impiegati come respiratori per i ricoverati con coronavirus alcune maschere fin’ora usate per lo snorkeling. Ecco la geniale idea di un’impresa giovane.

L’emergenza sanitaria per il coronavirus

I dati riguardanti il contagio da coronavirus ha visto nelle scorse ore una prima leggera flessione dei contagi e dei morti nella Regione più colpita la Lombardia.

Come avvisano gli esperti uno o pochi giorni di dati inferiori ai giorni precedenti non deve fare cantare vittoria ma può essere un dato utile alla previsione dell’evoluzione della situazione.

Gli ospedali sono ancora in situazioni molto difficili, a causa della mancanza di presidi di protezione come mascherine, camici e guanti.
Oltre che di posti letto nelle rianimazioni.

Molte le testimonianze di medici ed altri operatori sanitari costretti a lavorare con sacchi della spazzatura usati al posto dei camici terminati, o senza le essenziali mascherine.

Se da un lato il Premier Conte ha assicurato che sono in arrivo 120 milioni di mascherine e 6500 respiratori, la situazione è critica e tutte le forze produttive si stanno ingegnando per trovare soluzioni alternative.

La riconversione di prodotti per gli ospedali

Un’impresa bresciana, la Isinnova di Cristian Fracassi ha messo a punto un progetto che ha utilizzato l’intuizione geniale del medico Renato Favero.

L’ex primario dell’ospedale Galdone Valtrompia infatti, ha pensato che sarebbe stata una buona idea riutilizzare una comune maschera da snorkeling come quella che lui stesso aveva a casa come respiratore d’emergenza:

“Avevo iniziato a esaminarla per capire se fosse possibile adattarla a scopi sanitari”

Il medico su consiglio della compagna si è rivolto alla ditta di Fracassi che abilmente ha contattato il noto brand che la vende, il negozio Decathlon, per accordare una fornitura.

Ha raccontato Fracassi a La Repubblica, spiegando che grazie alla stampa 3D sulla base del disegno CAD della maschera Easybreath fornitogli dalla ditta produttrice e dal negozio distributore hanno potuto creare la nuova valvola, battezzata Charlotte.

La sperimentazione innovativa è subito partita negli Spedali Civili di Brescia e all’ospedale di Chiari ed i primi risultati sono incoraggianti:

“La nostra intenzione è semplicemente quella di dare un’alternativa in più al personale sanitario e ai malati”

Ha dichiarato uno dei progettisti Marco Ruocco chiarendo che non hanno fini commerciali e che il brevetto a tal proposito può essere scaricato online alla portata di tutti.

” Per ora abbiamo già ricevuto manifestazioni d’interesse da tutte le regioni italiane, da molti Paesi dell’est europeo e anche dagli Emirati Arabi”

Un esempio di ingegno e solidarietà che contraddistingue molte realtà attive sul territorio italiano, che si stanno unendo nella lotta all’emergenza Covid-19.

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