Tensioni nelle carceri italiane a causa dell’emergenza coronavirus: il dl Cura Italia è stato bocciato.
Carceri e coronavirus, non ci sono abbastanza braccialetti elettronici per gli arresti domiciliari.
Bocciato il Cura Italia sulle carceri
La questione coronavirus e carceri è stata affrontata dal Consiglio Superiore della magistratura. Per i magistrati, però, il dl Cura Italia per quel che riguarda le carceri, è stato bocciato. Infatti, la pena da scontare agli arresti domiciliari sarebbe possibile soltanto con la dotazione di braccialetti elettronici. Quelli effettivamente disponibili, però, sarebbero in quantità ridottissime. Ecco il perché della bocciatura. Come si legge su TgCom24 la Commissione ha motivato così:
“Per i detenuti che potranno fruirne, l’incisività dell’intervento risulterà fortemente depotenziata dalla indisponibilità degli strumenti di controllo elettronici, la cui carenza, non da oggi ,costituisce una delle maggiori criticità del nostro sistema”.
Il perché della bocciatura
La bocciatura è arrivata anche in virtù del fatto che, il decreto, non prevede assolutamente lo stanziamento di fondi da destinare all’incremento dei braccialetti elettronici.
I potenziali carcerati che potrebbero beneficiare della misura sarebbero sei mila ma, di fatto, soltanto 200 hanno potuto attualmente beneficiarne. Di questi, 150 sono i semiliberi e non devono rientrare la notte in carcere; 50 sono agli arresti domiciliari con procedura semplificata.
Intanto, non si placano i contagi anche nelle carceri. Ad Opera è morto un agente della polizia penitenziaria che è stato contagiato mentre lavorava nella Casa Circondariale di Milano Opera. Era un padre di famiglia. A comunicarlo è stato il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo.