Buco dell’ozono, migliora e guarisce: ecco perché e come

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide si sta riducendo e questo porta al cambiamento del flusso dei venti a livello globale.

buco dell'ozono

Il buco dell’ozono nel 2019 ha registrato la sua dimensione minima, dimostrando che si sta riducendo. La sua dimensione era di 16,3 milioni di km quadri. Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature, pare che i cambiamenti nella circolazione atmosferica dell’emisfero sud siano interrotti. Si parla addirittura d’inversione. Lo studio ha dimostrato l’importanza del protocollo di Montreal ed è stato svolto dai ricercatori dell’Università del Colorado Boulder.

L’importanza del Protocollo di Montreal

Il trattato internazionale del 1987 ha portato alla graduale eliminazione dell’uso di prodotti chimici noti come CFC cioè clorofluorocarburi, che distruggono lo strato dell’ozono. Gli scienziati tramite un’analisi statistica dei dati ed un uso di modelli, hanno potuto stabile come la variazione del vento, derivi dalla natura oppure alla riduzione di CFC nell’aria.

Il buco dell’ozono venne scoperto nel 1985 e si forma ogni primavera nell’alta atmosfera sopra l’Antartide. Quando l’ozono si esaurisce, l’aria si raffredda, potenziando i venti del vortice polare che arrivano ad influenzare quelli che si trovano nella più bassa atmosfera. Questo ha portato allo spostamento del flusso dei venti e le regioni asciutte ai margini dei tropici. Precedenti studi addirittura avevano dimostrato la modifica della salinità e delle correnti oceaniche, oltre che delle precipitazioni in Sud America, Australia e Africa orientale.

Secondo i modelli che simulano il comportamento del nostro pianeta, il cambiamento non può dipendere esclusivamente dalla natura. Antara Banerjee dell’Università del Colorado Boulder è il principale autore di questo studio ed ha spiegato che:

“Questo studio si aggiunge alle crescenti prove che dimostrano la profonda efficacia del protocollo di Montreal. Non solo il trattato ha stimolato la guarigione dello strato di ozono, ma sta anche guidando i recenti cambiamenti nei modelli di circolazione dell’aria nell’emisfero meridionale.”

Il protocollo di Montreal ha avuto un impatto non indifferente ed è stato in grado di bloccare e invertire la migrazione meridionale dei venti.

Impostazioni privacy