Infermiera aggredita a sputi in faccia, al termine del turno di lavoro. L’increscioso episodio è avvenuto all’ospedale di Mestre.
Infermiera aggredita a Mestre: il racconto dell’operatrice, in trincea contro l’emergenza.
Sputi in faccia all’infermiera
Ennesima aggressione ai danni del personale sanitario. Questa volta la vittima è un’infermiera di Mestre, impiegata presso la Ulss veneta.
Come evidenzia anche Leggo, al termine del suo turno di lavoro, un uomo avrebbe sputato in faccia all’infermiera, nel distretto sanitario di Via Cappuccina, nel capoluogo veneto.
L’episodio è accaduto al momento dell’uscita, quando la donna stava lasciando il presidio ospedaliero con la sua auto. Mentre l’operatrice ha abbassato il finestrino della vettura, un uomo avrebbe approfittato per sputarle in faccia.
Nel pomeriggio è stata sporta regolare denuncia alle forze dell’ordine. L’uomo avrebbe usato lo stesso “metodo” anche contro i Carabinieri accorsi sul luogo dell’aggressione.
L’episodio di Mestre è solo l’ultimo di una lunga serie di violenze perpetrate ai danni del personale sanitario.
L’operatrice ha raccontato che nella struttura lavorano 18 donne, molte arrivano alle 8 di mattina e vanno via alle 20. Nessun controllo, situazione di cui se ne approfittano gli squilibrati, come l’uomo che ieri ha sputato in faccia all’infermiera.
Infermiera aggredita a Napoli
Un episodio molto simile a quello di Mestre è avvenuto un paio di settimane fa all’ospedale Cotugno di Napoli.
Un uomo, in attesa del tampone per il coronavirus, si era stancato di aspettare il suo turno, così ha tolto via la mascherina ed ha sputato in faccia ad un’infermiera.
Un episodio gravissimo, visto che l’agressore presentava sintomi febbrili, compatibili con quelli del Covid-19, e quindi se positivo al coronavirus, avrebbe rischiato di contagiare anche l’operatrice sanitaria.
Il direttore dell’ospedale Cotugno di Napoli si scagliò contro quell’aggressione, paragonando lo sputo ad uno sparo, se fatto da chiunque presenti sintomi influenzali compatibili con quelli del coronavirus.