La Corte di Cassazione ha emesso la sentenza per i 7 componenti del clan Spada, accusati di aver occupato con metodo mafioso le case popolari di Ostia.
Arriva la sentenza finale sul racket delle case popolari in mano al clan Spada.
Le case popolari nelle mani del clan Spada
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per sette esponenti del Clan Spada. Come evidenzia anche Fanpage, i giudici hanno confermato le sentenze, già emesse dalla Corte d’Appello nel 2018, per un totale di 50 anni di carcere.
Il processo, terminato ieri, riguarda il racket delle case popolari a Nuova Ostia, periferia della capitale.
Le organizzazioni criminali, tra cui proprio il clan Spada, avevano in mano l’intero territorio. L’affitto delle abitazioni popolari e l’occupazione delle stesse erano alla mercè delle associazioni criminali.
Il clan Spada utilizzava le case popolari come basi per la droga o per nascondere i latitanti.
Nell’inchiesta sono emersi anni di violenze e minacce ai danni degli inquilini delle case popolari. Nel 2015 fu gambizzato Massimo Baficchio Cardoni, esponente del clan rivale. Le indagini partirono proprio dopo il ferimento di Cardoni.
La sentenza della Corte di Cassazione
La sentenza della Corte di Cassazione ha sottolineato il carattere mafioso del clan.
A svolgere un ruolo fondamentale nell’inchiesta è stata anche la collaboratrice di giustizia, Tamara Ianni.
I componenti del clan si erano impossessati di diverse abitazioni popolari, attraverso l’intimidazione e l’estorsione.
Le condanne al clan
La Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva i componenti del clan per il racket delle case popolari.
Le condanne per i 7 esponenti:
Massimiliano Spada a 13 anni e 8 mesiManuel Granato: 6 anni e 6 mesiDavide Cirillo e Marko Miserino: 6 anni e 4 mesiMaria Dora: 7 anni e 4 mesiOttavio Spada: 5 anni
Massimo Massimiani: 11 anni.