Versare l’olio da cucina nel lavandino o nel wc provoca grossi danni, ma tutti lo facciamo. Ti spiego perché non devi mai più scolare l’olio nel lavandino.
Buttare l’olio da cucina nel lavandino è una pratica che oltre ad arrecare danno a noi stessi, è poco rispettosa nei confronti del nostro pianeta, in quanto andiamo ad incrementare l’inquinamento.
E’ comune un pò a tutti la convinzione (errata) che l’olio utilizzato per cucinare sia un prodotto biodegradabile, perché proveniente da frutti o semi. Nulla di più sbagliato!
Per farsi un’idea chiara, basta ricordare cosa accade quando cerchiamo di mescolarlo con l’acqua: l’olio che è più leggero resta in superficie, senza mai mescolarsi.
I danni fatti dall’olio buttato nello scarico del lavandino o del wc
Se in superficie l’olio galleggia sull’acqua espandendosi, se lo gettiamo nello scarico del lavandino, le conseguenze sono decisamente peggiori.
Innanzitutto, essendo l’olio un liquido più denso dell’acqua la possibilità che il lavandino della cucina si otturi è maggiore. Questo perchè i grassi vegetali che si appiccicano sulle pareti dei tubi di scarico, finiscono col diventare collanti che trattengono altri residui alimentari impedendo all’acqua di scorrere regolarmente.
Soprattutto se nello scarico del lavandino sono già presenti alcuni residui alimentari che fanno da tappo. Questo è il danno minore!
I danni causati dall’olio versato nelle tubature di casa
I danni più significativi, tuttavia, sono quelli che andiamo a provocare al nostro Pianeta se non abbandoniamo la cattiva abitudine di scolare l’olio da cucina nel lavandino. Di seguito alcune delle conseguenze più dannose:
- inquinamento: l’olio versato nel lavandino arriva con facilità alle falde acquifere, inquina le acque potabili rendendole imbevibili. Questo porta anche all’inquinamento dei terreni coltivabili;
- macchia d’olio: l’olio liberato in acqua crea una macchia che si allarga, dando vita ad una patina sulla superficie che impedisce o rende più complesso il passaggio dei raggi solari. Questo, ovviamente, può portare ad una mutazione dell’habitat lacustre, fluviale o marino, in cui questa condizione si verifica. Un solo chilo di olio è in grado di ricoprire ben 1.000 metri quadri di superficie. Questo dovrebbe farci riflettere;
- difficoltà nel processo di depurazione delle acque reflue: non molti sanno che le acque delle fogne vengono trattate prima d’essere disperse e per finanziare questo lavoro, abbiamo una specifica voce in bolletta. L’olio intasa le reti, rallentando il processo di pulizia delle acque.
Il corretto metodo di smaltimento ed il lavoro del CONOE
Gli oli, quindi, non vanno buttati nel lavandino o nel wc, ma in generale devono essere smaltiti in un modo ben preciso. Per questo esiste da circa 20 anni il CONOE, acronimo di Consorzio Nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti.
Il compito svolto da questo consorzio è semplice, ma ha bisogno della nostra cooperazione ed impegno in una corretta raccolta differenziata.
Il CONOE raccoglie l’olio esausto per tutelare la salute pubblica, impedendo che esso venga disperso nell’ambiente, creando i danni di cui abbiamo parlato finora. L’olio si può trasformare in una risorsa rinnovabile, che ci può permettere di produrre combustibili come il biodiesel, un classico esempio di economia circolare.
Cosa fare per non scolare l’olio nel lavandino?
E’ sufficiente un pò di impegno da parte di tutti noi, per evitare i danni prodotti dallo sversamento dell’olio nel lavandino o nel wc di casa.
L’abitudine che bisogna prendere è quella di raccogliere il nostro olio esausto in un barattolo o un bidoncino apposito. Presso qualsiasi isola ecologica è possibile trovare un fusto per il suo conferimento.
Inoltre, alcuni comuni stanno organizzando la sua raccolta porta a porta, come avviene per gli altri rifiuti differenziati.