Dei simpatici orsetti di pezza stanno facendo capolino da tante finestre del mondo: è scattata la #bearhunt per esorcizzare l’emergenza coronavirus.
L’obiettivo della #bearhunt è quella di intrattenere i bambini costretti all’isolamento e al distanziamento sociale.
Caccia all’orso
In diverse parti del mondo è partita la #bearhunt. Si tratta di una particolare caccia all’orsetto di pezza per far divertire i bambini costretti al distanziamento sociale per evitare i contagi da coronavirus. La sfida è partita sui social con l’hashtag #bearhunt che, in poco tempo, è diventato virale. In realtà, l’iniziativa vuole essere un omaggio all’autore del libro omonimo Michael Rosen che, attualmente, è ricoverato in terapia intensiva.
La caccia è aperta da Londra a Chicago: tanti orsetti di peluche schiacciano il loro musetto contro i vetri delle finestre. Uno ha fatto la sua comparsa anche dietro la finestra della casa di Jacinda Arden, premier della Nuova Zelanda. Lì vive insieme al compagno e alla figlia Neve. La quarantena neozelandese, al momento, è tra le più rigide, con 600 casi confermati ed un lockdown di un mese.
Un’idea ispirata da un libro
Il libro che ha ispirato l’hashtag è We Going on a Bear Hunt del 1989 di Michael Rosen che ha contratto il covid-19 e lotta tra la vita e la morte in terapia intensiva. Su Facebook sono iniziati a fioccare i messaggi di vicinanza allo scrittore. Tra questi, quello di una mamma neozelandese che, come si legge su Repubblica, recita:
“Guarisci presto, la caccia agli orsi ha tenuto molti di noi sani di mente nell’ultima settimana durante il blocco”
L’iniziativa è stata pensata proprio in Nuova Zelanda da Annelee Scott. Lei stessa ha spiegato l’obiettivo della bear hunt ovvero tenere occupati i bambini e non solo. Organizzare in modo creativo ed originale le finestre a cui far affacciare l’orsetto è diventato un bel passatempo. Tanto che iniziano ad apparire anche altri pupazzi nascosti negli angoli della casa più impensati: dagli abbaini alle finestre dei soppalchi.