Renzi: c’è necessità di riaprire subito le fabbriche con i dispositivi di sicurezza
“Bisogna riaprire subito con tutti i dispositivi di sicurezza, ma subito”,
tuona Matteo Renzi, in un’intervista al Sole 24 Ore.
È necessario riaprire le fabbriche perché il sistema produttivo sta saltando.
“E quello italiano rischia più degli altri”,
ha sottolineato Renzi, leader di Italia Viva.
«Ho l’impressione che in troppi non si rendano conto del disastro economico e occupazionale che rischiamo.
Discutiamo di rincorrere i runner o di quante volte una famiglia porta fuori il cane”,
dice l’ex premier e leader di Italia Viva.
Bene la riapertura delle librerie ma quando si pensa alla ripartenza, si deve pensare alle fabbriche non alle cartolerie.
“Bisogna riaprire: le fabbriche ben gestite sono più sicure degli ospedali e delle case di riposo”.
Renzi: Quali filiere possono riaprire in tempi brevi?
“Non mi arrendo, io combatto. Sono stato il primo a porre il tema della riapertura in sicurezza. Eppure mi sono preso dell’irresponsabile e persino le associazioni di categoria sono state in silenzio. In realtà siamo già in ritardo”.
Renzi tuona lo “stop” definitivo alla burocrazia e ai Codici ATECO, pertanto chi è in regola con mascherine, guanti e distanze di sicurezza può riaprire. È necessario salvare i posti di lavoro e il leader di Italia Viva sottolinea:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non sul reddito di cittadinanza e sulla cassa integrazione”.
PD: “Covid Tax”, la proposta contributo di solidarietà
Il PD ha avanzato la proposta:
“Chiedere un contributo a chi guadagna più di 3.000 euro netti al mese significa colpire come prima categoria i medici. Se ci pensate, è incredibile: la mattina li chiamano eroi, la sera provano a spennarli”,
sottolinea Renzi.
La proposta del PD è una “tassa sui medici”, non una tassa sui ricchi.
La somma versata sarà deducibile e andrà da alcune centinaia di euro fino a decine di migliaia per redditi superiori al milione.
Ma la proposta scatena le proteste dell’opposizione ed il “no” secco di Italia Viva.