I ristoratori italiani lanciano un appello e un urlo, chiedendo il permesso di poter servire piatti pronti d’asporto e non solo più pizze.
L’economia è ferma e i ristoratori italiani chiedono aiuto, per poter distribuire piatti pronti al fine di respirare e andare avanti con le attività.
La protesta e la richiesta dei ristoratori in Italia
Sono consentite le consegne di pizza, hamburger, patatine e altri cibi da “asporto” veloci da preparare: ma ora i ristoratori chiedono si possano preparare anche piatti complessi e completi da distribuire nelle case su ordinazione/richiesta. In una Italia ferma per l’economia, ci sono alcuni imprenditori che chiedono aiuto e che pensano al dopo – a quello che accadrà non essendoci ancora una data certa di riapertura.
Come si evince da Repubblica, il Presidente di Fipe Confcommercio Lino Stoppani evidenzia:
“ci sono in giro due virus. uno è il coronavirus e il secondo è quello della disperazione di tutti gli imprenditori che stanno rischiando di chiudere nell’impossibilità di riavviare una qualunque forma di lavoro, pur con tutte le precauzioni”
Il divieto che è stato erogato per la ristorazione ha due deroghe che sono la somministrazione nelle aree delle autostrade e il food delivery. Per questo motivo la richiesta è quella di poter offrire un menu completo ai consumatori e attivare domanda con offerta:
“perché non possiamo confezionare i piatti che poi vengono ritirati dai clienti?”
In Italia ci sono 300 mila aziende che operano nella ristorazione con 300 mila proprietari e 900 mila lavoratori dipendenti. In questi giorni il fatturato sarebbe stato di circa 650milioni.