Paura del contagio da coronavirus per Olindo in carcere per la strage di Erba, potrebbe slittare la revisione del processo per lui e Rosa Bazzi?
Il coronavirus potrebbe mettere fine alla vicenda giudiziaria sulla strage di Erba? Olindo Romano teme di sì ma i suoi avvocati assicurano “solo rimandato”.
Paura coronavirus anche per Olindo e Rosa
La vita di Olindo Romano e della moglie Rosa Bazzi condannati a scontare l’ergastolo separatamente nel carcere di Opera, procede da anni uguale.
L’uomo si occupa di letture e del lavoro nelle cucine e per Rosa si erano sollevate voci di una liason romantica con un altro detenuto poi deceduto in un incidente.
Voci sempre smentite sia dalla diretta interessata che dagli avvocati di Olindo:
“Tra loro non è cambiato nulla. Si vogliono molto bene e si sentono regolarmente”
Ad unirli ora è la paura del contagio da coronavirus che non ha risparmiato nemmeno la vita delle carceri italiane.
Come si apprende infatti da alcune dichiarazioni del pool difensivo di Olindo riportate d urbanpost, nel carcere di Opera starebbe circolando il virus ed una guardia carceraria sarebbe morta negli scorsi giorni.
La paura di un contagio incontrollato tra i detenuti ha costretto quindi Olindo ed i suoi legali a porre un freno all’azione difensiva in atto:
“Questa emergenza sanitaria ha solo rallentato la nostra attività ma andiamo avanti…abbiamo qualche asso nella manica”
Spiega l’avvocato Schembri.
La revisione del processo possibile?
I due accusati del terribile pluriomicidio avvenuto nel gennaio 2006 ad Erba in una tranquilla palazzina sono attualmente in carcere per scontare l’ergastolo.
La vicenda giudiziaria sulla strage di Erba però non si è ancora conclusa poiché dopo un iniziale momento di struggenti ed apparentemente definitive confessioni i due coniugi Romano, Rosa ed Olindo, hanno ritrattato quanto detto.
I filmati in cui entrambi confessano particolari della mattanza in cui persero la vita Raffaella Castagna con la madre Paola Galli ed il piccolo Youssef e la vicina di casa Valeria Cherubini, sono ancora vivi nella mente di tutti.
La successiva teoria sostenuta anche da Azouz Marzouk, allora marito di Raffaella che non venne coinvolto nella strage, ha gettato ombre sulla reale colpevolezza dei due e sull’iter processuale che ha portato alla condanna.
Gli avvocati dei due coniugi sostengono fortemente l’innocenza di Rosa ed Olindo e vorrebbero che venisse riconosciuta anche a livello giudiziario, per questo anche dopo il “no” della Corte d’Assise di Como continuano a chiedere la revisione del processo.