Un funerale con corteo in piena emergenza coronavirus: è quanto accaduto a Messina per la cerimonia funebre del fratello del boss Sparacio.
La Questura di Messina ha avviato accertamenti per i funerali di Rosario Sparacio. Alla cerimonia funebre erano presenti molte persone, nonostante i divieti del governo per evitare il contagio da coronavirus.
Corteo alla cerimonia funebre
Un corteo funebre in piena emergenza coronavirus. È quanto accaduto a Messina, per i funerali di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, poi pentito.
Come evidenzia anche Fanpage, il funerale di Sparacio ha scatenato una vera e propria polemica, che i giornali locali hanno messo in luce.
I familiari che hanno partecipato alla cerimonia hanno cercato di difendersi, dicendo di non aver fatto del male a nessuno.
Avviata un’indagine
Intanto sul corteo funebre la Questura ha aperto un’inchiesta, per accertare chi fossero i presenti.
Come risaputo da tutti, infatti, per via dell’emergenza coronavirus i funerali sono vietati, per via degli assembramenti attualmente non consentiti dalla legge. Obiettivo della Questura è quindi quello di identificare l’identità dei presenti.
Rosario Sparacio era il fratello di Luigi Sparacio, ex boss che nel 1994 aveva deciso di pentirsi, inziaindo a collaborare con la giustizia.
Rosario era stato condannato per alcune estorsioni, nonostante il fratello avesse sempre sostenuto la sua estraneità ai fatti malavitosi.
L’ex sindaco di Messina ha attaccato l’attuale primo cittadino per non aver preso provvedimenti, né proferito parola sulla vicenda.
Sul caso è intervenuto anche il deputato pentastellato, Francesco D’Uva, che ha definito gravissimo quanto avvenuto nella sua città. Il deputato ha chiesto che si faccia chiarezza sull’accaduto, identificando chi ha preso parte alla cerimonia.