Strage dei nonni al Pio Albergo Trivulzio: nuovi manager sanitari e amministrativi indagati
L’hanno definita come la “strage dei nonni” quella che è accaduta all’interno del Pio Albergo Trivulzio.
Sono diciassette i pazienti sospetti dimessi dall’ospedale di Sesto San Giovanni e ricoverati al Pio Albergo Trivulzio di Milano il 13 marzo.
Coronavirus, la “strage dei nonni” al Pio Albergo Trivulzio: sono già 200 i pazienti morti
Potrebbe essere stata questa la causa della strage alla Baggina, la più grande casa di riposo del capoluogo lombardo.
Rossella Delcuratolo, la sindacalista della Cisl aveva denunciato il fatto che infermieri e operatori del Trivulzio non indossassero mascherine e altri dispositivi di protezione per non spaventare i pazienti.
Eppure nonostante il sospetto e l’accusa della sindacalista i vertici del Pio Albergo Trivulzio hanno riferito che i 17 pazienti non erano malati di Covid.
Ma è impossibile saperlo dato che a nessuno di loro è stato mai fatto il test del tampone.
Dopo il ricovero sono stati contagiati medico e caposala.
Quello che è certo è che dopo il ricovero dei 17 pazienti dimessi da un altro ospedale il numero dei contagiati si è impennato.
Sono oltre 200 i pazienti deceduti: si tratta di un boom di morti che ha portato la Procura di Milano ad avviare un’inchiesta che ha coinvolto direttamente il direttore generale del Trivulzio, Giuseppe Calicchio, ora indagato per epidemia colposa e omicidio colposo.
“La casa di riposo non è un luogo adatto per i malati Covid. Adesso, man mano che la gente si ammala, viene portata in pronto soccorso”,
riferisce la sindacalista.
Tuttavia, la situazione all’interno del Pio Albergo Trivulzio resta grave e gli anziani continuano a morire.
Milano, Pio Albergo Trivulgio: nuovi indagati
Gli inquirenti milanesi avrebbero indagato, oltre al direttore generale Giuseppe Calicchio, anche altri membri della Direzione, manager sanitari e amministrativi.
Le ipotesi di reato restano epidemia e omicidio colposi.