Gli esperti hanno dei dubbi sulla riapertura del 4 maggio: i dati dicono che rischiamo una seconda ondata di contagio, meglio posticipare di 15-20 giorni?
Il 4 Maggio è la data prevista per la fine della Fase I ed è prevista una riapertura scandagliata e graduale che deve ancora essere definita nel dettaglio, ma gli esperti hanno dei dubbi.
Siamo davvero pronti? I dubbi degli esperti sono stati confermati dai dati scientifici: potremmo rischiare una seconda ondata di contagio!
La voglia di ripartire da parte del Governo e senz’altro della popolazione è tanta ma il parere degli esperti come Davide Tosi è controcorrente, lo specialista di Big Data afferma:
Invece del 4 maggio, a seconda delle aree, servirebbero una se non addirittura due settimane in più di contenimento
Alcuni esperti affermano che le misure che sta studiando il governo in queste ore e soprattutto la data del 4 Maggio siano troppo frettolose.
In base ai dati scientifici recentemente rilevati sarebbe meglio aspettare altri 15 giorni prima di dichiarare una graduale riapertura del paese soprattutto per le regioni più colpite!
Sarebbe meglio aspettare metà-fine maggio, ma perché?
4 maggio, riapertura in sicurezza o aumento del rischio contagi di ritorno?
Davide Tosi è un ricercatore all’università dell’Insubria e professore aggiunto alla Bocconi mentre Domenico Cavallo, docente dell’Università dell’Insubria, è professore ordinario di Tossicologia Ambientale.
Secondo Cavallo e Tosi, riaprire nella data prefissata potrebbe essere una mossa anticipata che potrebbe costarci caro, la seconda ondata di contagio è ancora in agguato!
Entrambi sono convinti che il paese dovrebbe rimanere in lockdown per almeno altri 15 giorni posticipando la riapertura a fine maggio.
Cavallo commenta così la previsione della riapertura del 4 maggio:
Comunque sarebbe stato meglio spostare più avanti nel tempo la ripresa. Non di mesi, ovviamente, ma di qualche settimana
Perché dovremmo posticipare la riapertura a fine maggio?
Davide Tosi ha elaborato un nuovo calcolo che tiene fortemente conto di R0, ma cos’è R0?
R0 è il tasso di contagio della malattia infettiva, e la sua potenziale trasmissibilità.
In base ai valori che R0 assume è possibile capire in quale fase dell’emergenza siamo e decidere al meglio come muoversi per fronteggiarla:
- Se R0 è vicino e inferiore 0,5 allora l’emergenza epidemica si sta spegnendo e riprendere la vita “normale” sarebbe una scelta sicura.
- Se R0 è prossimo ad 1, oppure peggio superiore ad 1, l’epidemia è ancora in corso: il virus si diffonde facilmente e la scelta giusta sarebbe quella di rimanere ancora in lockdown.
I dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità affermano che ora il paese ha un R0 prossimo allo 0,5 ma questi risultati, secondo Tosi, non sono conformi ai dati che lui stesso ha rilevato in questi giorni con un metodo estremamente all’avanguardia.
Tosi ha utilizzato il Time-Dependant Method, proposto da Wallinga & Teunis, che si mostra essere il più efficiente da utilizzare quando un’epidemia è ancora in corso.
Tosi afferma che i dati raccolti nei suoi studi riflettono un valore più prossimo ad 1.
Per questo motivo, in caso di riapertura secondo Tosi, sarebbe dietro l’angolo un nuovo e poco gestibile aumento dei contagi!
L’esperto di big data, già nelle analisi di marzo, aveva previsto un’uscita dall’emergenza per fine maggio e i dati da lui proposti in questi giorni lo confermano.
Sarebbe meglio quindi aspettare che R0 sia inferiore a 0,5 attendendo altri 15-20 giorni e posticipare la riapertura per fine maggio, programmandone i dettagli per attuarla in totale sicurezza.