APP IMMUNI: caratteristiche e come scaricarla?
Cos’è e come funziona l’APP Immuni? In vista del 4 maggio l’APP Immuni è già al centro delle polemiche per via della privacy, ma è ritenuta prioritaria per evitare la seconda ondata di contagi Covid-19.
Dal 4 maggio inizierà la seconda fase con alcune riaperture di attività e un parziale allentamento delle norme restrittive.
L’Esecutivo ha annunciato l’introduzione dell’App Immuni, un’applicazione per il tracciamento dei movimenti delle persone per ridurre il contenimento dei contagi da Coronavirus.
Si starebbe discutendo se renderla obbligatoria oppure se lasciarla scaricabile volontariamente.
App Immuni: quali sono le caratteristiche?
L’APP Immuni è costituita da due parti:
- una dedicata al proprio diario clinico: un registro in cui l’utente potrà inserire il proprio stato di salute ed eventualmente la comparsa di sintomi compatibili con il virus,
- una dedicata al contact tracing, che si attiva tramite tecnologia Bluetooth.
I dati vengono conservati sul dispositivo dell’utente e le informazioni raccolte rimangono archiviate fino a quando non diventa necessario tracciare tutti i movimenti.
L’app Immuni è efficace se usata dal 60% della popolazione.
APP Immuni: come si scarica?
L’APP Immuni non è obbligatoria, ma è facoltativa.
Può essere scaricata su base volontaria e in maniera del tutto gratuita.
Dal mese di maggio dovrebbe essere disponibile per tutti e potrà essere scaricata per sistemi Android e iOS, quindi da Google Play e Apple Store.
APP Immuni: come funziona?
Nel caso in cui un utente sia positivo al Covid-19 potrà dare il consenso all’utilizzo dei suoi dati, in modo da tracciare tutti i contatti avuti nei giorni precedenti e ricostruire la cronologia dei suoi movimenti.
Grazie ad un algoritmo è possibile che venga stilato un elenco di utenti: il messaggio di allerta verrà notificato agli utenti dalle autorità sanitarie e chiederà di seguire un preciso protocollo.
L’utente positivo al Covid-19 dovrà necessariamente rispettare l’isolamento a casa.
Nel caso in cui non lo faccia rischierà di essere denunciato penalmente per epidemia colposa.