Il padre di Noemi, la bambina ferita da una pallottola vagante a Napoli, all’anniversario dell’incidente, chiede una condanna esemplare per il killer.
Noemi fu ferita a Piazza Nazionale a Napoli, un anno fa. Ora si attende un consulto clinico a Lione.
Dopo l’incidente Noemi non sentiva ne vedeva
Il padre di Noemi, la ragazzina ferita per errore a Napoli da una pallottola, ricorda le giornate di terrore vissute all’ospedale. Fabio S. è stato intervistato da Repubblica. Al suo fianco la moglie Tania, la bionda Noemi che gioca e l’altra sua bambina, Greta di due anni.
Era il 3 maggio del 2019, primo pomeriggio. Noemi si trovava a Piazza Nazionale con la madre e la nonna, sedute insieme ai tavolini di un bar. Improvvisamente, esplosero sette colpi di pistola. Il bersaglio del killer era Salvatore Nurcaro. I colpi non colpirono soltanto l’uomo. Una pallottola vagante colpì alla schiena Noemi.
La bambina prima del coronavirus, faceva la spola tra il Santobono e un ospedale specialistico di Lione. Lì veniva curata per la colonna vertebrale. Oggi indossa il busto da un anno, per 24 ore al giorno, in attesa di un intervento.
Un anniversario da ricordare
Davanti alla terapia intensiva dell’Ospedale Santobono di Napoli, guardava sua figlia inerme, che non era in grado ne di vedere ne di sentire.
Oggi, hanno festeggiato un anno da quell’incidente con una torta. Ma papà Fabio, resta comunque apprensivo. Nonostante questo, è contento che sua figlia sia viva e cresce anche se il coronavirus lo ha gettato di nuovo nell’incertezza, quella economica.
Ad un anno da quell’incidente, però, non è stata fatta ancora giustizia. In manette sono finiti due presunti responsabili di 19 e 29 anni. In particolare, Armando aprì il fuoco, mentre il fratello gli fece da spalla. Soltanto il 28 febbraio scorso è iniziato l’iter per il processo ai due fratelli Del Re.