I parenti delle vittime della strage di Rigopiano chiedono che non vengano fatti più rinvii al processo che, attualmente, risulta a rischio.
Il processo di Rigopiano è a rischio a causa dell’emergenza coronavirus.
Processo rinviato
I parenti delle vittime della strage di Rigopiano chiedono che non venga più rinviato il processo. Purtroppo, però, a causa dell’emergenza coronavirus, il processo non potrà essere fissato. A dichiararlo è stato l’avvocato Romolo Reboa che ha come suoi clienti le quattro famiglie delle vittime dell’Hotel franato il 18 gennaio del 2017. Il processo sarebbe stato fissato per il prossimo 10 luglio.
Come si legge su Fanpage, l’avvocato ha dichiarato:
“Sarà impossibile celebrare il processo sul disastro di Rigopiano nel rispetto delle distanze sociali”.
La proposta è quella di adibire un’aula in cui sia possibile mettere in atto il distanziamento sociale. La proposta è stata fatta attraverso una lettera al Presidente del Tribunale di Pescara Angelo Mariano Bozza. Lo scorso luglio, infatti, alla prima sessione di udienza preliminare, la folla era ingestibile. Cosa impossibile ora a causa del virus.
L’aula più grande è molto richiesta
Benché l’aula più grande del tribunale di Pescara, debitamente adeguata, possa garantire il distanziamento sociale, non è sicuro che il processo potrà essere fatto in tempi brevi. Questo perché saranno sicuramente tanti i magistrati che la richiederanno per le loro attività.
Tra le altre proposte dei parenti delle vittime, il processo svolto esternamente al Tribunale. Che sia un palazzetto dello sport o un cinema. La richiesta è che sia stipulata una convenzione con gli enti pubblici per garantire questo tipo di attività e che potrebbe essere utile anche per altre attività processuali.