A Franco Cataldo, il carceriere del bimbo sciolto nell’acido, sono stati concessi i domiciliari per l’emergenza coronavirus.
Il bimbo che venne sciolto nell’acido si chiamava Giuseppe Di Matteo. Era il gennaio del 1996.
Arresti domiciliari per l’ergastolano Franco Cataldo
A causa del coronavirus, sono stati concessi gli arresti domiciliari a Franco Cataldo, il carceriere del bimbo che venne sciolto nell’acido. Il bambino venne sciolto nel 1996 su ordine di Totò Riina.
Gli arresti domiciliari sono stati favoriti dal fatto che l’uomo non gode di un’ottima salute. Fu proprio Cataldo a tenere segregato nel 1994 il bambino che si chiamava Giuseppe Di Matteo. Il ragazzino era il figlio del pentito Santino Di Matteo.
Al detenuto è stato permesso di fare ritorno nella sua casa di Geraci Siculo, in provincia di Palermo. Una concessione fatta sulla base delle norme anti contagio che possono essere applicate anche nelle carceri.
Le accuse a Cataldo
Franco Cataldo, a cui è stato dato l’ergastolo, è nato a Gangi in provincia di Palermo. E’ in carcere perché sequestrò il bambino per due mesi prima che venisse ucciso.
Sulla base delle indagini fatte negli anni, è emerso che fu proprio Cataldo a nascondere Di Matteo in una cascina su un suolo agricolo di sua proprietà. Il bambino era tenuto in catene. Lo scopo del rapimento era far ritrattare il padre sulle accuse. Dopo due mesi, il piccolo venne ucciso e poi sciolto nell’acido per ordine di Giovanna Brusca. Era il 12 gennaio del 1996.