Il covid 19 secondo il WWF è un’importante occasione per poter rivedere e valutare il rapporto che abbiamo tra città e l’ambiente.
La pandemia da covid 19 è secondo il WWF una grande occasione per rivedere il nostro rapporto tra ambiente cittadino e la natura. Stiamo assistendo a sempre più casi in cui la natura e gli animali stanno riprendendo spazi che un tempo furono loro. La fase 1 inevitabilmente ci ha spinto a rivalutare l’ambiente che ci circonda e ci spinge sicuramente a valutare un rapporto più armonico con la natura.
Le conclusioni del WWF
I principali centri urbani italiani possono vantare una grandissima biodiversità e sono molto più verdi di quanto possiamo pensare. Il patrimonio green, sia esso pubblico o privato, delle 14 città metropolitane e pari a circa 1.200 chilometri quadrati, per 10 milioni di abitanti complessivi. Per capire la dimensione stiamo parlando di circa 4 volte l’area urbanizzata della città di Roma includendo anche il Gran Raccordo Anulare.
Nel contempo, abbiamo avuto uno sviluppo urbanistico piuttosto disordinato che ha portato a mettere a rischio le aree di maggior pregio naturalistico. Dagli anni 50 lo sviluppo urbano è stato incrementato del 260%, che ha portato a frammentare o a insularizzare gli habitat strategici.
Il WWF nel suo dossier “Città che osano la selvaticità” ha ricordato gli esempi di molte città Europee come Lisbona, che hanno incentrato la propria esistenza su un forte sviluppo armonico con la natura. In Europa circa due terzi della popolazione vive in città o in ambiente urbano in generale.
Per questo motivo non possiamo rendere le città dei deserti artificiali. Se ci manterremo rispettosi dell’ambiente, avremo maggior cura del nostro benessere, la nostra salute e la nostra sicurezza, trovando un modello di sviluppo sostenibile. Dovremo occuparci di creare un sistema naturale vitale e salubre. La nascita della pandemia, ha messo sotto la lente d’ingrandimento la necessità di questo tipo di sviluppo.