Libia, a Tripoli le truppe di Haftar uccidono 5 civili
I bombardamenti da parte delle forze libiche con base a est hanno ucciso più di cinque civili e hanno ferito dozzine di civili nella capitale.
È il bilancio dell’ultimo attacco a Tripoli da parte del comandante delle forze orientali Khalifa Haftar.
I bombardamenti, che hanno ucciso centinaia di civili e sfollato decine di migliaia di persone, si sono sostanzialmente bloccati negli ultimi mesi.
“L’attacco della milizia di Haftar sulla strada della costa vicino alla residenza degli ambasciatori italiano e turco, viola il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale che richiede la protezione delle missioni diplomatiche”,
riferisce il ministro degli Esteri libico Mohamed Tajani Siala.
Libia, teatro di guerre e di bombardamenti
La Libia è in subbuglio dal 2011, quando una guerra civile ha rovesciato il dittatore di lunga data Moammar Gheddafi, che è stato successivamente ucciso.
Dal 2015 il paese è stato diviso tra amministrazioni rivali nell’est e nell’ovest, ciascuna supportata da gruppi armati.
L’offensiva di Haftar è sostenuta da Francia e Russia, oltre che da Egitto, Emirati Arabi Uniti e altri paesi arabi chiave.
Il governo di Tripoli è sostenuto dalla Turchia, che ha schierato truppe e mercenari per aiutare a difendere la capitale a gennaio, così come dall’Italia e dal Qatar.
I mercenari, principalmente dal campo di battaglia della Siria, stanno ora combattendo da entrambe le parti e complicando la già complessa guerra per procura.
Come riporta il quotidiano Chron l’artiglieria di Haftar ha bombardato, nella giornata di mercoledì, due quartieri di Tripoli, Tajoura e Abu Salim, secondo Amin al-Hashemi, portavoce del Ministero della Salute con il governo di Tripoli.
Bambini e paramedici erano tra i 46 civili rimasti feriti nel bombardamento, ha aggiunto al-Hashemi.
“Questa è la prima volta dall’inizio del 2020 che i quartieri residenziali sono così fortemente sotto assedio”,
ha riferito Amin al-Hashemi.
Giovedì scorso sono stati uccisi due civili, secondo il Ministero degli Affari Esteri italiano.