UE: nessun monitoraggio sui Paesi che ricorreranno ai fondi del MES
Giovedì 7 maggio la Commissione europea ha proposto di eliminare le consuete condizioni per i paesi che utilizzano il MES, ovvero il fondo Salva-Stati dell’Eurozona, con l’obiettivo di rilanciare le proprie economie nazionali colpite dall’epidemia di coronavirus.
La proposta potrebbe rendere il fondo più appetibile per l’Italia, che ha sempre respinto le condizionalità nell’uso del meccanismo europeo di stabilità (MES).
UE, Lettera di Dombrovskis e Gentiloni
Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il capo degli affari economici Paolo Gentiloni hanno dichiarato in una lettera al capo dell’Eurogruppo Mario Centeno che i paesi che attingono al MES non dovrebbero affrontare alcun programma di aggiustamento per abbassare i livelli di disavanzo e debito.
La cosiddetta “sorveglianza rafforzata” garantirà che l’unica condizionalità per attingere ai fondi in prestito derivanti dal MES sia la destinazione per spese sanitarie – dirette e indirette – delle risorse.
Una volta che i soldi sono stati spesi e Bruxelles ha verificato che siano stati utilizzati correttamente, la sorveglianza finirà, riporta la lettera.
I prestiti del MES sono normalmente soggetti a un’analisi della Commissione sulla sostenibilità dei debiti dei paesi, ma in un documento pubblicato giovedì sul suo sito Web l’Esecutivo dell’UE ha affermato che ciò è già stato fatto.
UE, Debito pubblico sostenibile nell’orizzonte temporale decennale
“I debiti del governo dovrebbero rimanere sostenibili in tutti gli Stati membri dell’area dell’euro nell’orizzonte temporale (decennale) dell’analisi di sostenibilità del debito”,
ha affermato la Commissione.
Nonostante il forte impatto di COVID-19,
“la situazione economica negli Stati membri dell’area dell’euro è considerata fondamentalmente solida”,
ha aggiunto.
La coalizione al potere in Italia, composta dal Movimento a 5 stelle e dal Partito Democratico di centro-sinistra (PD) è divisa sulla necessità di attingere al MES, che rende disponibile fino al 2% del prodotto interno lordo dei paesi che prendono un prestito.
Per l’Italia, ciò significherebbe circa 36 miliardi di euro ($ 39 miliardi) per sostenere il sistema sanitario.