Il delitto sul Tevere è un caso che presenta non pochi punti interrogativi: ora un dettaglio dall’autopsia potrebbe rispondere ad alcune domande.
Il delitto sul Tevere presenta ancora dei lati oscuri, ma secondo l’autopsia l’impronta di una scarpa potrebbe rispondere a molte domande.
I primi risultati dell’autopsia
Massimo Galioto è il sospettato numero uno di questo omicidio dell’uomo di 38 anni. Massimo Galioto si professa innocente ma è in stato di fermo.
Il suo nome era già noto alla cronaca per essere stato arrestato e successivamente prosciolto per l’omicidio dello studente americano di 19 anni Beau Solomon, accaduto nel 2016 sempre sulle rive del fiume vicino a Ponte Garibaldi – a Roma.
Il sospetto è che il ragazzo di 38 anni sia stato ucciso a termine di un violento diverbio. Secondo i primi risultati dell’autopsia ci sarebbe – come riporta anche Repubblica – l’impronta di una scarpa emersa sul volto della vittima. Sarebbe un calcio violento, così tanto da restare indelebile nel tempo: una prima valutazione porta alle calzature indossate da Galioto.
Un dettaglio che porta di nuovo al senzatetto, insieme a dettagli emersi dai testimoni che hanno assistito al violento omicidio, i video girati con i cellulari e quelli delle telecamere di videosorveglianza.
Secondo gli atti dell’inchiesta – che è stata condotta dal procuratore aggiunto D’Elia e il pubblico ministero Cascini – ci sarebbe anche un verbale. Un ragazzo ha infatti dichiarato agli agenti di aver sentito Galioto che mentre si allontanava dalla scena del delitto avrebbe detto:
“stavolta l’ho ucciso”
Tanto da sembrare una liberazione, per un diverbio quindi – probabilmente – non nato quella sera ma già da diverso tempo. Le indagini continuano.