La Procura alza la guardia e dispone la sorveglianza h24 per l’abitazione di Silvia Romano. La cooperante è rientrata in Italia la scorsa domenica, dopo oltre un anno di prigionia.
Dopo le minacce e i cocci di bottiglia lanciati contro il suo palazzo arriva la decisione della Procura di Milano. Disposta una sorveglianza diurna e notturna per l’abitazione di Silvia Romano.
Insulti e minacce
La cooperante italiana, rapita in Africa nel 2018 e rientrata in Italia la scorsa domenica, è finita nel mirino di minacce ed insulti social per via della conversione, da lei stessa confermata, alla religione islamica.
Rientrata nell’abitazione in cui vive con la madre e la sorella, nel quartiere Casoretto di Milano, Silvia Romano sta trascorrendo due settimane in isolamento, come prevedono le normative anti-contagio.
Il giorno successivo al suo rientro in Italia è stato rinvenuto anche un volantino, in cui veniva messo sotto accusa il pagamento del riscatto per salvare la vita di Silvia, mettendone a rischio molte altre.
Lo scorso 13 maggio la Polizia Scientifica è intervenuta nel quartiere milanese dopo che ignoti avevano lanciato una bottiglia di vetro contro il palazzo in cui vive la volontaria.
È stato il proprietario dell’abitazione ad allertare le forze dell’ordine. La Polizia Scientifica ha prelevato i cocci residui per poi analizzarli.
Intanto gli investigatori dei Ros di Milano stanno analizzando le decine di messaggi indirizzati alla cooperante e contenenti insulti e frasi d’odio.