Rimborso o voucher? Questo il dilemma di chi ha visto i propri viaggi cancellati. Perciò l’Ue aprirà una procedura contro chi non ha rimborsato.
Molti tour operator o compagnie aeree, compresi italiani, hanno deciso di non offrire rimborso per viaggi cancellati.
Una legge da rivedere
Viaggi cancellati: rimborso o voucher? Molti tour operator, di tanti paesi europei, hanno scelto di non rimborsare i viaggi non operati a causa dell’emergenza sanitaria. Ciò è accaduto anche in Italia.
Per questo, l’Unione Europea è in procinto di aprire una procedura di infrazione contro i paesi con tour operator e compagnie aeree che non hanno offerto rimborsi. Secondo la procedura prevista dall’Unione Europea, infatti, per i viaggi cancellati bisogna offrire necessariamente ai clienti la possibilità di scegliere tra voucher o rimborso.
Didier Reynders e Adina Valean, rispettivamente commissario alla Giustizia e ai Trasporti hanno fatto sentire la loro voce con il governo italiano. Nella lettera che hanno inviato si chiede di rivedere la legge e consentire ai viaggiatori la possibilità di scelta. C’è tempo fino al 28 maggio affinché il governo dia una risposta all’Ue.
12 i paesi richiamati
Reynders ha affermato che sono 12 paesi Ue richiamati. Come si legge su il Sole 24 ore egli ha detto:
“Voglio proteggere il diritto dei consumatori che possono godere del rimborso. Abbiamo appena inviato a tutti i Paesi membri una raccomandazione nella quale abbiamo confermato questa regola, affiancata alla possibilità che la società proponga un buono, un voucher”.
L’obiettivo dell’Ue è far sì che possa essere raggiunto un giusto equilibrio tra le necessità di compagnie e tour operator e diritti dei viaggiatori.
Per essere tali, i voucher dovrebbero essere più equi di quelli attualmente proposti. Ovvero, dovrebbero poter essere utilizzati in almeno dodici mesi e permettere comunque al viaggiatore mancato di aver diritto ai soldi indietro se non desidera comunque partire al termine dei mesi.
In diversi paesi europei, inoltre, le compagnie turistiche hanno avuto degli aiuti economici. Per questo, ha ricordato Reynders, se non saranno applicate le regole, molti paesi subiranno una procedura d’infrazione.