Dobbiamo dire addio all’Amazzonia colombiana? Anche ora durante la pandemia è minacciata da deforestazione ed incendi.
Se non si troverà una soluzione, non ci resterà che dire addio all’Amazzonia colombiana. Deforestazione ed incendi sono incontrollati e appiccati dalle mafie locali, accaparratori, trafficanti di droga e allevatori che approfittano di quest’emergenza sanitaria per fare i propri comodi indisturbati. Si tratta di una situazione drammatica, che non si è mai verificata prima.
La seria minaccia per l’Amazzonia
In Colombia sta succedendo una situazione simile a quella che sta’ colpendo il Brasile, dove a farne le spese sono anche tribù indigene, nuovo bersaglio delle ecomafie, nel silenzio del presidente Bolsonaro che definisce la foresta pluviale come cosa puramente brasiliana dalla quale trarre il massimo profitto.
In Colombia Il problema è nato a causa delle misure prese per contenere il covid 19, che lascia maggior libertà ai trafficanti d’agire, distruggendo una delle più vaste biodiversità del pianeta. Il governo è concentrato per trovare il metodo migliore per contenere il contagio, dimenticandosi dei precedenti problemi.
L’incremento della deforestazione è avvenuto a partire del 2017, con la firma dell’accordo di pace con i guerriglieri del FARC. La raccolta dei dati è molto lenta, quindi capire in tempo reale cosa sta avvendo è impossibile, come confermato da Rodrigo Botero, direttore della Fondazione per la conservazione e lo sviluppo sostenibile (FCDS):
“Sfortunatamente, poiché il sistema è così lento nella sua misurazione, riceveremo i dati di ciò che è accaduto nel 2019 quando nel 2020 assisteremo agli effetti del blocco”.
Secondo Botero, la Colombia ha aree che potrebbero essere quelle con maggior deforestazione in tutto il continente americano. Non si hanno dati, per cui s’ipotizza che nei primi 4 mesi del 2020, con ogni probabilità la deforestazione è pari a quella di tutto il 2019.
“Il controllo di queste azioni criminali è difficile, dal momento che le autorità ambientali sono protette dall’isolamento preventivo obbligatorio che è in vigore dal 25 marzo in tutto il territorio nazionale” e che è stato prorogato in diverse occasioni. “