Il confinamento ha imposte delle chiusure per contenere il covid 19, ha fatto calare alcune emissioni, ma l’inquinamento da anidride carbonica è aumentato. L’aria è respirabile, ma non è un risultato a lungo tempo.
Il confinamento per contenere il covid 19 ha portato dei benefici, facendo ridurre l’inquinamento atmosferico ma non quello da anidride carbonica. A studiare il fenomeno sono stati 3 studi, che hanno verificato il cambiamento della qualità dell’aria che respiriamo. Il blocco dei trasporti e delle attività economiche, ha portato dei benefici sul breve periodo sull’inquinamento atmosferico, ma questi non saranno duraturi.
I risultati degli studi
I ricercatori che hanno svolto la ricerca, appartengono all’American Geophysical Union e possiamo leggere gli studi su Geophysical Research Letters. Il primo studio ha usato le rilevazioni satellitari, per poter stimare le variazioni di diossido di azoto che è un gas che irrita i polmoni, è altamente reattivo e nasce durante la combustione.
Hanno analizzato alcune delle aree più colpite dalla pandemia di Cina, Corea del Sud, Italia, Spagna, Germania, Iran e Stati Uniti. Nel periodo in cui vigeva l’isolamento sociale si è potuto verificare come i livelli di diossido di azoto sono scesi mediamente del 40% nelle città cinesi, mentre in Europa occidentale e negli USA si ha avuto un calo dal 20% al 38% se raffrontato con lo stesso periodo nel 2019.
Il secondo studio invece conferma il primo, utilizzando però i dati raccolti dalle misurazioni di 800 stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria nella Cina settentrionale. È emerso che si ha avuto un calo del 35% dell’inquinamento da particolato atmosferico PM2.5.
L’Osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii ha invece studiato le concentrazioni globali di anidride carbonica. Ad aprile 2020 sono state di 416,21 ppm, il valore più alto mai registrato dall’inizio delle rilevazioni del 1958. Nonostante il lockdown, la quantità di anidride carbonica registrata è un record molto negativo. In base ai carotaggi fatti nelle calotte polari, sono le più alte mai registrate negli ultimi 800.000 anni. I tenui cali locali non hanno portato benefici a livello globale.