Scuola: proteste per ritornare tra i banchi a settembre
Il Comitato “Priorità alla scuola” ha organizzato le proteste in diverse città italiane: genitori, maestre, insegnamenti e studenti sono scesi in piazza per chiedere la riapertura delle scuole «a settembre, in sicurezza, in presenza e in continuità», mettendo fine alle lezioni online.
«L’istruzione è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, la scuola deve riaprire in sicurezza dando priorità alla didattica in presenza”,
sottolinea il Comitato “Priorità alla scuola”.
Genitori, insegnanti, bambini, associazioni e sindacati hanno protestato in sedici diverse città per chiedere che da settembre si torni in classe.
“Abbiamo cercato di mantenere le distanze, disinfettato il megafono tra un intervento e l’altro.
È stato un momento gioioso e di festa per i bambini che hanno ritrovato dopo tanto la loro socialità, pur rispettando le regole”,
ha sottolineato la referente romana del Comitato Cristina Tagliabue al termine della manifestazione a Roma.
È necessario avere test, tracciamenti, medicina territoriale, bisogna garantire il diritto alla salute e il diritto all’istruzione.
Azzolina: “Tenere le scuole chiuse ha permesso di salvare vite umane”
«Tenere le scuole chiuse ha permesso di salvare vite umane e questo non ha prezzo, ha evitato il dilagare del contagio»,
ha sottolineato la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in videoconferenza stampa per presentare le Ordinanze sugli esami di Stato del primo e del secondo ciclo e sulla valutazione finale.
Per quanto concerne la valutazione degli studenti non ci sarà alcun 6 politico e le insufficienze saranno presenti nei documenti.
“Si può non ammettere all’anno successivo solo in alcuni casi specifichi.
Nel caso di impossibilità di valutazione per tante assenze o in caso di note disciplinari”,
ha sottolineato Azzolina.
Per quanto concerne l’Esame di Terza Media gli studenti scriveranno un elaborato e lo discuteranno online, e ci sarà tempo fino al 30 giugno.
Per la Maturità 2020 non ci saranno prove scritte, ma solo un colloquio orale di una durata massima di un’ora.