‘Salute mentale compromessa’ Brutte notizie per il Dottor Nowzaradan: il programma si avvia verso la chiusura

Vite al limite subisce una dura batosta, il Dottor Nowzaradan non si sarebbe mai aspettato tutto questo ‘Salute mentale compromessa’

Dottor Nozaradan, Vite al limite verso la chiusura
Vita al limite

Sicuramente avete visto almeno una volta Vite al Limite, il famosissimo programma / reality show statunitense, che segue la vita di persone patologicamente obese.

La trasmissione ha subito una forte battuta d’arresto per un evento inatteso. Il programma di successo si trova adesso in un brutto guaio e rischia di finire in tribunale a seguito delle accuse di negligenza, avanzate da alcune partecipanti allo show.

Vite al limite accusato di negligenza

Tra i maggiori accusatori compare Annjeanette Whaley, che ha citato in causa la società di produzione Megalomedia.

La donna, nel 2019, ha affrontato il suo problema di salute con grande determinazione, riuscendo a perdere moltissimi chili. Durante il suo percorso, però, la Whaley ha avuto molte difficoltà e ogni tanto si sentiva infelice, nascondeva i suoi spuntini e aveva accesi diverbi con il suo compagno.

Ora, Annjeanette accusa il programma e chiede un risarcimento pari a 1 milione di dollari. Il motivo? La donna si sarebbe sentita spesso sotto pressione durante lo svolgimento del programma e crede che lo show non badi al benessere psicofisico dei pazienti.

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Il mancato risarcimento

Annjeanette ha inoltre affermato che Magalomedia le aveva promesso un risarcimento delle intere spese mediche. Così, però, non sarebbe avvenuto.

Già in passato, Dottie Perkins, David Bolton e Nicole Lewis avevano accusato “Vite al Limite” di mettere in atto una vera e propria frode nei confronti dei partecipanti. Ora, anche Annjeanette ha aderito alla causa dei colleghi tramite la medesima denuncia.

Non si conoscono ancora tutti i dettagli relativi alle denunce in questione, ma la rete ha rivelato che la causa legale si concentrerebbe su accuse come la negligenza e la frode. Le spese mediche sarebbero, quindi, state tutte a carico dei pazienti, che tra l’altro non avrebbero neanche vissuto bene il periodo di permanenza in clinica.

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