La produzione continua di mascherine, in Italia, avverrà anche nel carcere di Bollate dove ci sono alcuni detenuti noti come: Stasi Parolisi e Bossetti.
Il carcere di Bollate diventerà un vero e proprio polo industriale con una produzione di mascherine che dovrebbe sfiorare gli 400 mila pezzi al giorno.
Una produzione 24/24
I detenuti del carcere di Bollate lavoreranno alla produzione di mascherine. Il carcere diventerà una sorta di polo industriale che sarà in grado di produrre circa 400 mila pezzi al giorno. Questo sarà possibile grazie alla dotazione tecnologica avvenuta in molte carceri dove sono stati installati dei macchinari specifici che vedranno avvicendarsi, ogni giorno, 320 detenuti. Oltre a Bollate sono state coinvolti anche i centri di reclusione di Rebibbia e Salerno. Il progetto, messo in atto in collaborazione il Commissario straordinario per l’emergenza Covid e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, prende il nome di .ricuciamo.
Come si legge su TgCom24, Ernesto Somma, il responsabile della squadra ha affermato che le carceri diventeranno:
“dei veri reparti industriali per una produzione efficiente di mascherine e quindi dalle tre carceri verrà fornito un contributo al Paese”.
Soltanto a Bollate, grazie alla dotazione di 4 macchine, la produzione potrebbe sfiorare i 400 mila pezzi giornalieri.
Detenuti noti
Tra i detenuti molto noti per i fatti di cronaca che li hanno visiti coinvolti, sono nel carcere di Bollate: Alberto Stasi, Salvatore Parolisi, Massimo Bossetti o Rosa Bazzi. Questi detenuti potrebbero essere coloro che lavoreranno alla produzione delle mascherine.
Dopo una formazione e un’abilitazione all’utilizzo della macchina, il detenuto potrà iniziare la produzione sempre supervisionato e diretto dal manager operativo.
Alberto Stasi, che ha ucciso la fidanzata Chiara Poggi a Garlasco, dovrà scontare 16 anni. Salvatore Parolisi, ha scontato già metà della sua pena e presto potrebbe uscire. E’ dentro per aver ucciso Melania Rea, sua moglie. Sia Parolisi che Stasi, lavorano per un call center. Poi c’è Massimo Bossetti, carcerato per aver ucciso Yara Gambirasio, dal carcere aggiusta macchine per il caffè. Altri due condannati noti sono Rosa Bazzi e Olindo Romano, i coniugi responsabili della strage di Erba. Lei realizza accessori in pelle la cui vendita va devoluta ai bambini africani.