Bankitalia, ipotesi di scenario: crollo PIL italiano del 13%
Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in occasione delle considerazioni finali sull’esito della crisi nel quale il Paese, con il resto del mondo, è stato gettato dal coronavirus, ha sottolineato che
“nello scenario di base la flessione dell’attività produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9 per cento, superiore a quella sofferta in due riprese tra il 2008 e il 2013.
il calo si concentrerebbe nei primi due trimestri dell’anno, con un parziale recupero a partire dall’estate”.
Nel caso in cui non ci fosse il sostegno della domanda fornito dalle politiche di bilancio la contrazione dell’attività economica supererebbe l’11%.
Uno scenario economico ancora più negativo il PIL si potrebbe ridurre del 13 per cento quest’anno e la ripresa nel 2021 sarebbe molto più lenta.
In entrambi gli scenari la caduta del PIL dell’anno 2020 sarebbe dovuta alla contrazione del reddito disponibile ed alle limitazioni previste dai provvedimenti di sospensione dell’attività, oltre che dal rallentamento del commercio internazionale e dall’arresto dei flussi turistici internazionali.
Bankitalia, Analisi scenario economico: rischio incremento delle disuguaglianze
Bankitalia stima che la crisi economica porterà a una riduzione della capacità reddituale che per il 20% di famiglie con redditi inferiori sarà
“due volte più ampia di quella subita dalle famiglie appartenenti al quinto più elevato”.
Il gap della distribuzione del reddito netto, misurata dall’indice di Gini per le famiglie con capofamiglia di età inferiore ai 64 anni e in cui non si percepiscono redditi da pensione, sarebbe incrementato di circa due punti percentuali al 37 per cento.
Secondo il rapporto di Banca d’Italia, nel medio termine, sussiste il rischio che l’emergenza Covid-19 accentui le disuguaglianze, sia perché gli ammortizzatori sociali offrono un sostegno di natura temporanea, sia per la maggiore presenza di lavoratori a basso reddito nei settori con più elevato rischio di contagio.
Bankitalia: l’incertezza del contesto in cui viviamo
Nella parte conclusiva del Rapporto si mette in evidenza l’incertezza nella quale viviamo:
“la migliore garanzia di una conclusione rapida è un piano che consenta di resistere a lungo.
un piano concepito in uno spirito di giustizia sociale, un piano che utilizzi un periodo di sacrifici generali”,
sottolinea Visco.