Ancora senza una spiegazione l’incidente di Nettuno, che ha visto schiantarsi un ultraleggero, su cui viaggiavano due giovani promesse del nuoto.
Il coach di Fabio Lombini, uno dei due ragazzi che ha perso la vita nell’incidente di Nettuno, ha raccontato in lacrime di non sapere nulla delle intenzioni del giovane nuotatore di volare insieme all’amico.
Incidente di Nettuno
Drammatico incidente ieri mattina a Nettuno, sul litorale a sud della capitale. Un ultraleggero, con a bordo due giovanissimi, si è schiantato al suolo poco dopo il decollo.
I due sono morti mel tragico schianto.
Il velivolo apparteneva alla scuola di volo Crazy Fly. L’ultraleggero è stato invaso dalle fiamme e per i due giovani non c’è stato nulla da fare.
Pare infatti, da una prima ricostruzione, che il velivolo abbia preso fuoco subito dopo l’impatto con il suolo. L’incidente è avvenuto alle 10:40 circa di ieri, domenica 31 maggio.
Nello schianto sono morti due giovani promesse del nuoto: Fabio Lombini e Gioele Rossetti.
Fabio era arrivato a Ostia appena tre giorni fa per allenarsi e ieri, approfittando di una giornata libera dagli allenamenti, aveva deciso di volare insieme all’amico. Fabio sognava i Giochi di Tokyo.
Gioele, alla guida dell’ultraleggero, era un pilota molto esperto, seppur ancora giovane.
Le parole del coach di Lombini
In lacrime il coach di Fabio Lombini, promessa del nuoto. Come riporta anche La Gazzetta dello Sport, il tecnico del nuotatore ha raccontato di non sapere nulla delle intenzioni del ragazzo di volare insieme all’amico.
“Se avessi saputo di questo suo progetto del volo avrei in qualche modo cercato di dissuaderlo, ma non sapevo nulla. So per certo che non aveva mai volato prima”
ha raccontato il coach.
I due si erano conosciuti ad un corso per Vigili del Fuoco, che entrambi frequentavano.