Festa della Repubblica, Mattarella: “unità morale prima della politica”
In occasione del Concerto dedicato alle vittime del coronavirus alla vigilia del 74esimo anniversario della Festa della Repubblica il Presidente Mattarella ha sottolineato che in questa fase di emergenza l’Italia
“ha mostrato il suo volto migliore. Sono fiero del mio Paese”.
L’unità morale viene prima della politica e segna il suo limite. Il capo dello Stato ha chiesto di tornare allo spirito costituente, per uscire da quello che definisce
“un incubo globale”.
Con una pandemia in corso, la Festa della Repubblica 2020 più che mai
“interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale circa il dover di essere all’altezza”
del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia.
Tutto il popolo italiano è chiamato
“ad un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale”.
Festa della Repubblica 2020: Concerto senza pubblico dedicato alle vittime del Covid-19
Al Quirinale il primo giugno si è tenuto un concerto senza pubblico, eseguito dall’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta dal maestro Daniele Gatti, con musiche di Mozart, Puccini, Pärt, Vivaldi, Webern e Bach.
Il Concerto è dedicato a tutte le 33.475 vittime del Covid–19,
“a chi è morto solo, al ricordo dei tanti affetti spezzati”,
ricorda il Presidente Mattarella.
Il Presidente ha rivolto un pensiero anche agli operatori della sanità e dei servizi essenziali che, rischiando la propria salute, hanno permesso
“all’intera nostra comunità nazionale di respirare mentre la gran parte delle attività era ferma”.
Festa della repubblica, Mattarella: “voglia di ripresa e di rinascita”
Mattarella ha sottolineato che il popolo italiano avverte
“una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica”.
Lo stesso Presidente della Repubblica ricorda come il 2 giugno
“superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia.
Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione”.