Torna l’incubo Xylella fastidiosa in Puglia. Potrebbe distruggere le coltivazioni salentine e annullare la produzione e 5.000 posti di lavoro.
La Xylella fastidiosa in Puglia è vista come una pandemia arrivata prima del Covid-19. Da circa 10 anni è l’incubo degli ovicoltori del Salento, che vedono morire le proprie piante a causa di questa malattia difficilmente estirpabile. Potrebbe far perdere 5.000 posti di lavoro in tutta la filiera, dai raccoglitori fino ai frantoi. La Xylella non si limita a colpire gli ulivi, ma anche moltissime coltivazioni, portando ingenti danni. Lo scorso 30 maggio coldiretti ha annunciato il suo arrivo nella provincia di Bari, con 5 ulivi infetti in agro di Locorotondo.
Lo scenario peggiore paventato dell’Università di Wageningen
Secondo ‘Autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA, non si deve sottovalutare la Xylella che è una vera e propria emergenza regionale. Se non si troverà un modo per arginarla, potrebbe investire tutta l’area mediterranea con conseguenze catastrofiche.
A darci conferma è uno studio che possiamo leggere sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), pubblicato il 13 aprile scorso. Il settimanale scientifico della National Academy of Sciences degli Stati Uniti, ha analizzato le possibili ripercussione economiche, se si dovesse verificare una pesante ricaduta. La diffusione di questo batterio non andrebbe ad intaccare soltanto la produzione olearia pugliese, ma quella italiana e mediterranea in genere.
I ricercatori guidati da Kevin Schneider, professore di business economics presso l’Università di Wageningen, hanno creato un possibile scenario, andando ad analizzare il worst case scenario. Se non si applicheranno misure fitosanitarie e di contenimento come sta accadendo troppo spesso, nei prossimi 50 anni le perdite nate dalla propagazione della Xylella fastidiosa, potrebbero arrivare solo per l’Italia a circa 5 miliardi. Per la Spagna si arriva a 17 miliardi, dove sono state colpite anche le mandorle e 2 miliardi per la Grecia che è libera al momento dall’infezione. Questi 3 paesi che producono il 95% della produzione europea d’olio d’oliva.
Si deve dunque agire, estirpando piante apparentemente in buona salute, con cultivar che si sono dimostrati resistenti. Il danno economico in Italia calerebbe drasticamente a 10 milioni di euro per l’Italia su base annua, ed in proporzione per Spagna e Grecia.