Fermati due coniugi per l’omicidio di Antonio Cianfrone, l’ex carabiniere ucciso lo scorso 3 giugno sulla pista ciclabile di Spinetoli.
Per i due, sottoposti a fermo della Polizia giudiziaria, l’accusa è di omicidio premeditato. Dopo il delitto, i Carabinieri avevano sequestrato una moto nel garage della loro abitazione. Presumibilmente la stessa motocicletta usata dai killer per freddare l’ex carabiniere, Antonio Cianfrone.
Il delitto di Spinetoli
Tre colpi di pistola: è così che è morto Antonio Cianfrone, ex carabiniere, di 51 anni. L’omicidio è avvenuto lo scorso 3 giugno lungo la pista ciclopedonale di Spinetoli, ad Ascoli Piceno.
Il 51enne era stato allontanato dall’Arma dopo essere rimasto coinvolto in un un’indagine per concussione.
Stando alla testimonianza di alcune persone presenti sulla pista di San Pio al momento dell’omicidio, a colpire a morte Cianfrone sarebbe stata una persona con il volto coperto da un casco integrale.
L’omicida è fuggito via su una moto, dove, ad attenderlo, c’era un altro complice. Per quel delitto sono stati fermati due coniugi, ai quali, qualche giorno dopo i fatti del 3 giugno, i Carabinieri avevano sequestrato anche una moto.
Chi sono i due accusati dell’omicidio di Cianfrone?
Come riferisce anche Fanpage, i due coniugi accusati dell’omicidio dell’ex carabiniere sono Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, 54 e 50 anni rispettivamente.
Lui operaio comunale, lei casalinga, sono ora in carcere con l’accusa di omicidio premeditato e porto abusivo d’armi.
Ad incastrarli, le immagini delle telecamere di sorveglianza poste sul luogo del delitto. Spagnulo e Angiulli, originari della Puglia, vivevano ormai da anni a Spinetoli, in un alloggio popolare di San Pio X, nei pressi della pista ciclabile dov’è avvenuto il delitto.
Marito e moglie si trovano ora nei carceri di Ascoli e Teramo, rispettivamente. Ancora ignoto il movente del delitto, ma sembra ormai più che plausibile il loro coinvolgimento nella morte dell’ex carabiniere.