Quarto Grado ha analizzato il caso dell’omicidio di Yara e di Massimo Bossetti che non si arrende e professa la sua innocenza.
L’omicidio di Yara possiede ancora moltissimi punti interrogativi e a Quarto Grado si è analizzato il caso nonché l’istanza sui reperti richiesta dai difensori di Massimo Bossetti.
Massimo Bossetti e le prove sui vestiti della vittima
Durante la puntata di Quarto Grado si sono nuovamente accesi i riflettori sul caso della povera ragazzina uccisa a Brembate dieci anni fa. È stata rapita e poi abbandonata in un campo ferita, ritrovata 3 mesi dopo morta in un campo a Chignolo d’Isola.
Per questo omicidio è in carcere Massimo Bossetti che deve scontare la sua pena di ergastolo ma che si professa innocente. Per questo motivo – tramite il suo legale – ha richiesto l’istanza sui reperti dell’indagine. Ma la Corte d’Assise di Bergamo ha rigettato la richiesta considerandola inammissibile.
I reperti sono 98 e tra questi ci sono gli abiti che indossava la povera vittima: pantaloni, scarpe da ginnastica, felpa nera, reggiseno, slip e campioni prelevati all’interno del furgone di Massimo Bossetti – come evidenzia Urban Post. Tra questi anche 54 campioni di Dna che sono stati presi dai leggings e slip della vittima.
Le analisi su questi reperti sono state svolte in prima battuta nel 2011 e come ha evidenziato il genetista Capra a Quarto Grado:
“In questi 10 anni la scienza forense ha avuto uno sviluppo come non mai in passato. per cui adesso ci sono delle metodiche e un approccio alla traccia che sono molto più analitiche e precise”
L’avvocato della famiglia della vittima ha però sottolineato che si tratta di un processo chiuso:
“Credo che non si possa dire che è un caso dubbio. più lineari di così mi sembra che ci siano pochi processi”