Ikea si aspettava una crisi più grave di quella che ha veramente constatato. Così, ha deciso di restituire parte degli aiuti che ha ricevuto da parte di nove stati.
Un portavoce di Ikea ha affermato che ora il quadro della situazione è più chiaro.
Restituirà gli aiuti
Ikea ha ricevuto degli aiuti da nove Stati per poter fronteggiare la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria. Il colosso svedese ha ricevuto aiuti da Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Irlanda, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna e Stati Uniti.
Una parte dei sussidi pubblici ricevuti dall’azienda sarà restituito. Questo perché le vendite non sono calate di quanto ci si aspettava. Come si legge da Repubblica, la comunicazione è arrivata da un portavoce Ingka Group:
“Ikea è in contatto con i governi di nove paesi per restituire gli aiuti governativi che abbiamo ricevuto per coprire gli stipendi dei colleghi durante il culmine della pandemia”
Non sono state specificate le somme e nemmeno le modalità. Ovviamente, non si sa il futuro cosa riserverà all’azienda.
Ci si aspettava una crisi più grave
La decisione è arrivata da Ikea perché il gruppo si aspettava un calo delle vendite che avrebbe sfiorato l’80%. Lo ha spiegato Oncu. L’azienda ha visto una crescita di richiesta per gli articoli della casa. Del resto, già a gennaio, Ikea aveva preannunciato la chiusura di 30 negozi in Cina proprio a causa del virus.
In realtà, è stato a marzo del 2020 che circa 300 negozi su 380 sono stati chiusi a causa del lockdown. Poi sono riaperti. Ad oggi sono 16 effettivamente ancora chiusi.