L’Enac sta prevedendo delle sanzioni per le compagnie aeree che decidono di cancellare i voli ai propri passeggeri imputando la cancellazione al coronavirus offrendo soltanto un voucher.
Per i voli cancellati per coronavirus dopo il 3 giugno non si può riconoscere un voucher ma permettere all’acquirente di scegliere tra voucher e rimborso.
Voucher e nessun rimborso
Le compagnie aeree erano già state allertate: necessario offrire un rimborso oltre al voucher per la cancellazione del volo a causa del coronavirus. L’Enac è passata ai fatti prevedendo delle sanzioni. In pratica, per molte compagnie aeree, la pandemia sarebbe una scusa per cancellare i voli prenotati dai clienti.
Con la maggior parte delle frontiere aperte, però, la scusa non regge più. Sorge spontaneo il dubbio che il virus sia soltanto una scusa per trattenere denaro offrendo voucher da usare entro l’anno. In realtà, il decreto Cura Italia prevedeva che le compagnie potessero consentire agli utenti di ricevere soltanto il voucher, fino al 30 settembre. Poi, l’Antitrust rivelò che questa regolamentazione violava il regolamento europeo 261.
Le sanzioni dell’Enac
Nonostante il richiamo del 18 giugno scorso, le segnalazioni degli utenti sono continuate ad arrivare all’Enac che ha quindi deciso di prevedere altro. Come si legge su Repubblica, l’ente ha dichiarato:
“Dato che a partire dal 3 giugno sono state rimosse le restrizioni alla circolazione delle persone fisiche all’interno del territorio nazionale e nell’area europea Schengen, Regno Unito e Irlanda del Nord, le cancellazioni dopo tale data sembrerebbero operate da scelte commerciali e imprenditoriali dei vettori, non da motivi riconducibili all’emergenza”.
Si è detta soddisfatta la Codacons che ora ha intenzione di sollecitare l’Antitrust e la procura di Roma affinché punisca la pratica scorretta portata avanti da alcune compagnie aeree.