La Corte d’Assise non ha accolto la richiesta di rito abbreviato presentata dagli avvocati di Pirino e Del Grosso imputati per l’omicidio di Luca Sacchi.
Avevano richiesto il rito abbreviato nel processo per l’ omicidio di Luca Sacchi i due pusher Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, oggi la Corte d’Assise ha respinto la richiesta. Ecco le motivazioni.
Processo per l’omicidio Sacchi: i giudici dicono “no” a rito abbreviato
Le udienze del processo per la morte di Luca Sacchi avvenuta nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019 sono riprese lo scorso 10 giugno quando il giovane personal trainer ha perso la vita all’esterno del John Cabot Pub.
Gli assassini materiali che hanno ucciso Luca sono stati identificati in Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, due giovani pusher che avrebbero dovuto effettuare una compravendita di una partita di droga per 70 mila euro.
Nel Tribunale di Roma gli avvocati della difesa dei due avevano fatto richiesta di giudizio con rito abbreviato.
Tale formula, richiesta anche da Marcello ed Armando De Propris, indagati per aver fornito l’arma del delitto, comporterebbe se accolta, lo sconto di un terzo della pena come riporta radiocolonna.
La Corte d’Assise si è pronunciata però in merito proprio questa mattina rigettando tale richiesta: i due imputati dovranno dunque essere processati con rito ordinario e le prossime udienze prevederanno l’udienza dei testimoni.
La condanna di Giovanni Princi
Nonostante non siano state diffuse le motivazioni come si legge su Fanpage i giudici hanno probabilmente valutato come il rito abbreviato sia incompatibile con i reati per cui si prevede una pena da ergastolo.
L’ipotesi di tale sconto di pena non era peraltro stata accolta positivamente dalla famiglia di Luca Sacchi.
“Non solo lo hanno ucciso..vogliono anche lo sconto. Non mi ridarà mio figlio ma spero per loro almeno l’ergastolo”.
Aveva dichiarato il padre del 24enne ucciso.
Nel frattempo un altro degli imputati, Giovanni Princi per il quale invece era stato accolto il rito abbreviato è stato condannato a 4 anni per violazione della legge sulla droga.