Invalidi civili: “Assegno di 285,66 euro non sufficiente a soddisfare bisogni primari”
285.66 euro mensili è l’importo previsto dalla normativa per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità.
La Corte costituzionale esaminando una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’appello di Torino ha stabilito che è violato il diritto al mantenimento che la Costituzione garantisce alle persone disabili.
Il caso che ha dato origine alla decisione riguarda una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani e di comunicare con l’esterno.
Disabili, la Consulta: “Assegno di 285,66 euro non sufficiente a soddisfare bisogni primari”
La Corte ha stabilito che dovrà essere assicurato un assegno da 516,46 euro pari a quello riconosciuto per altri trattamenti pensionistici.
La pronuncia non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi solamente per il futuro, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale.
9,50 euro al giorno non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita.
È perciò violato il diritto al mantenimento che la Costituzione all’articolo 38 garantisce agli inabili:
“Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.
L’incremento pari a 516,46 euro deve essere assicurato agli invalidi civili totali, di cui parla l’articolo 12, primo comma, della Legge n. 118 del 1971, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età previsto dalla legge.
Questo incremento dovrà essere erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni e che non godano di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro.
Da diverso tempo si parla della possibilità di aumentare gli importi delle pensioni di invalidità, ritenuti troppo bassi per garantire un tenore di vita dignitoso.