Nessuno pare aver apprezzato le linee guida diffuse dal Ministero per la ripresa della scuola il prossimo anno: presidi e famiglie minacciano dure proteste.
Bufera nel mondo della scuola: a poche ore dalla diffusione della bozza di linee guida per l’anno scolastico 2020-2021, arriva dura la protesta di presidi, insegnanti e famiglie.
Il Piano Scuola 2010-2021
Solo poche ore fa il Ministero ha reso nota quelle che saranno le linee guida previste per la ripresa del prossimo anno scolastico che dovrebbe iniziare il 14 settembre come anticipato dall’Azzolina.
La bozza, non ancora definitiva ha il fine di stabilire le norme con cui le scuole dovranno affrontare il rientro nelle aule di studenti ed insegnanti dopo il lungo stop dovuto all’emergenza coronavirus.
Il Ministero ha infatti previsto la necessità di mantenere le condizioni di sicurezza attuando varie misure come la suddivisione in piccoli gruppi, l’uso di mascherine non obbligatorio per i bimbi delle materne e la somministrazione di pasti nelle aule.
Nemmeno la didattica a distanza verrà esclusa ma anzi, potrebbe diventare parte del piano educativo, tenendo conto dell’età e della capacità degli studenti per “garantire la medesima offerta formativa” per tutti.
La protesta delle scuole : “A settembre dovremo occuparle”
Il documento non ha riscosso il consenso previsto: presidi e associazioni di genitori sono in rivolta per tali misure che appaiono il contrario di quelle richieste.
A sostenerlo ad esempio Costanza Margiotta del comitato “Priorità alla scuola” che punta i dito contro il Governo colpevole a suo dire di voler far ricadere le responsabilità solo su presidi.
I danni di effettuare lezioni a turni, di ridurre e differenziare la didattica oltre che al fatto i creare gruppi di bambini di età diverse, alla lunga porterebbe un danno agli studenti.
“Gli studenti si ritroveranno con grosse lacune e le diseguaglianze aumenteranno”.
Anche i presidi si posizionano sulla stessa lunghezza d’onda ammettendo che le scuole non hanno gli spazi adeguati per poter attuare le linee guida, come afferma Alessandro Artini.
I sindacati nel pomeriggio hanno previsto una riunione per discutere proprio sulle misure proposte dal Ministero ma la voce dei genitori resta contraria:
“Se le cose non cambieranno a settembre non porteremo i ragazzi nelle scuole..dovremo occuparle”
Ha dichiarato Margiotta che domani insieme ad altri genitori sarà presente ad una delle manifestazioni previste in 60 città italiane come riporta La Repubblica.