Le strane macchie di petrolio apparse sulle coste settentrionali del Brasile. Molti pesci, anfibi e uccelli stanno morendo avvelenati.
Sono apparse sulle spiagge strane macchie di petrolio in Brasile, negli Stati di Alagoas e Pernambuco, che si trovano nella parte nord-est del paese. Già l’anno scorso era già successo un fatto del genere, dove sono state contaminati 1500 chilometri della costa che periodicamente invasi dal petrolio che sta distruggendo la biodiversità.
La nuova contaminazione
Il petrolio è apparso quando per la prima volta le spiagge sono state riaperte dopo il lockdown. Secondo il governo di Pernambuco e le prime valutazioni fatte dai tecnici, l’inquinante è il medesimo dello scorso anno che ha colpito la costa nord-orientale. Questo petrolio potrebbe essersi sedimentato oppure essere intrappolato nei coralli. In questo modo avrebbe raggiunto la costa grazie alle condizioni metereologiche.
Il Dipartimento per l’ambiente e la sostenibilità dello stato brasiliano interessato, ha detto che le chiazze di petrolio sono presenti sulle spiagge di due città Cupe, Porto de Galinhas, Muro Alto, a Ipojuca e Tamandaré. Josè Bertotti è il Sottosegretario di Stato per l’ambiente e la sostenibilità e dice che queste chiazze di petrolio raggiungono grazie alle maree le spiagge. Ora le spiagge verranno ripulite e il materiale raccolto finirà nelle discariche industriali come rifiuto speciale per essere correttamente smaltito.
L’origine della contaminazione
Semarh è il Segretariato di Stato per l’ambiente e le risorse idriche ha detto che fino a novembre 2019, sono state raccolte oltre 2250 tonnellate di rifiuti contaminati dal petrolio sulla costa dell’Alagoas. Gli eventi sono meno frequenti dall’epoca ed ora se ne occupano le agenzie federali. Al 20 marzo Ibama contava 130 città distribuite in 11 stati, contaminate da macchie di petrolio e sedimenti. Sono stati contaminati molti habitat comprese coste e mangrovie.
Il petrolio che stanno raccogliendo è stato disperso ad agosto 2019 e scoprirne l’origine precisa fatta dalla Marina, della polizia federale e una commissione parlamentare d’inchiesta istituita a novembre dalla Camera dei Deputati.