Gli effetti della crisi post Covid-19: niente ferie estive per 6 italiani su 10

Crisi post Covid-19: mancati ricavi e introiti, le donne sono le più colpite

La crisi economica post pandemia comincia a farsi sentire: il 58% degli italiani rinuncerà alle ferie soprattutto per problemi economici.

Il 30% degli italiani teme difficoltà a breve su mutui, affitto o condominio e il 32% sulle spese mediche.

Se la variazione tendenziale degli indicatori Covid-19 lascia ben sperare, di tutt’altro tenore sono i dati che si riferiscono alla percezione della crisi economica.

Il 36% degli italiani lamenta la diminuzione delle proprie entrate nell’ordine del 30%, mentre il 16% ha già registrato mancati ricavi pari ad oltre la metà dei compensi rispetto alla situazione ante pandemia.

Solo per 4 percettori di reddito su 10 la propria situazione economica è rimasta inalterata.

Ad essere più colpite sono le donne che accusano gravi perdite dei ricavi durante questo periodo di piena crisi economica.

Molte le donne che, prima dell’emergenza Covid-19, avevano un lavoro precario e, quindi, non hanno potuto godere di ammortizzatori sociali.

Un rapporto Onu, che documenta l’impatto del coronavirus sulle donne, mette in evidenza che le lavoratrici donne sono più numerose, così come nei settori di attività pesantemente danneggiati dalla pandemia, quale turismo, servizi, commercio.

Un quadro ancora più preoccupante quello dei paesi in via di sviluppo, in cui al 70% le donne vengono impiegate nel settore informale, come minori tutele economiche, salariali e sanitarie.

Non partecipando alla forza lavoro formale, una percentuale molto elevata di donne lavoratrici si vede negato l’accesso alla malattia pagata, alla maternità e all’assicurazione sanitaria, oltre che ai sussidi di disoccupazione.

Il rapporto Onu mette in evidenza una serie di dati poco confortanti: in tutto sono 740 milioni le donne che lavorano nell’economia sommersa, spesso in condizioni di sfruttamento.

Crisi post Covid-19: impatto sul lavoro e ricorso alle misure di sostegno

Gli effetti della crisi Covid-19 non sono affatto rassicuranti visto che le conseguenze, a livello sia economico che professionale, continueranno a farsi sentire nel medio-lungo periodo.

Si prospetta un futuro incerto anche per i lavoratori dipendenti che hanno continuato a lavorare durante l’emergenza: 1 lavoratore su 3 teme di perdere il posto di lavoro nei prossimi 12 mesi.

In molti prevedono una riduzione delle prospettive di carriera all’interno della propria azienda (59%) e una riduzione delle opportunità sul mercato del lavoro (65%).

Un’inchiesta condotta da Altroconsumo mette in evidenza che tra le famiglie che possono contare su dei risparmi, due su tre li hanno dovuti utilizzare (35%) o pensano di doverlo fare nel prossimo futuro (32%) per coprire le spese correnti, molto difficili da affrontare in questo periodo di crisi per il 12% delle famiglie.

In questa fase di emergenza il Governo Conte ha approntato una serie di forme di sostegno economico volte a supportare gli italiani colpiti dalla crisi pandemica.

Il 45% degli intervistati dichiara che la propria famiglia ne ha fatto richiesta e quasi 1/4 dei rispondenti ha chiesto il bonus di 600 euro Partite IVA e il 18% ha richiesto i buoni per far fronte alle spese alimentari.

Per quanto riguarda altri tipi di sussidi: il 6% dei soggetti ha richiesto il prestito fino a 25.000 euro per microimprese, artigiani e commercianti.

Crisi post Covid-19: niente ferie estive

Anche le ferie estive saranno condizionate dall’emergenza economica e sanitaria: solo il 26% stima che trascorrerà tra luglio e settembre almeno una notte fuori casa per viaggio di piacere.

E tra chi invece rinuncia (58%) la motivazione prioritaria è quella economica (37%) rispetto a quella sanitaria (29%).

In fin dei conti le aspettative per il futuro non sono rosee, anche se la maggiore preoccupazione sembra essere l’imminente avvicinarsi di un periodo di forte crisi per l’Italia.

Gli ottimisti al momento sono marginali: solo il 7% crede nella ripresa immediata del Paese e l’11% in quella delle proprie finanze personali.

 

 

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