Si riaprono le frontiere in Unione Europea. La lista sarà aggiornata ogni quindici giorni e, per il momento, si prevede la quarantena per i paesi extra-Shenghen.
Nella lista dell’Unione Europea, per il momento, figurano 15 paesi tra cui non sono previsti gli Stati Uniti e la Russia.
La riapertura è iniziata dal 15 giugno
Sin dal 15 giugno, l’Unione Europea ha iniziato a riaprire gradualmente i suoi confini. Ad esempio, l’aeroporto di Milano Malpensa, ha accolto di nuovo i suoi passeggeri ma soltanto al Terminal 1. Nonostante questo, i negozi restano ancora chiusi, le mascherine sono obbligatorie durante tutta la permanenza in aeroporto. I passeggeri che hanno transitato sono 10 mila.
Però, sarà dal 1 luglio che l’Unione Europea aprirà a paesi terzi. Per adesso, la lista contiene 15 paesi. Ecco quali sono: Uruguay, Tunisia, Australia, Algeria, Canada, Giappone, Georgia, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia. L’Europa aprirà anche alla Cina purché ci sia la condizione della reciprocità. In una nota, si legge che si aprirà anche ai cittadini di Andorra, Monaco e San Marino oltre che città del Vaticano.
Gli States e la Russia, per il momento, restano fuori dalla lista che, però, sarà aggiornata ogni 15 giorni. Chi arriva in Italia, da fuori Schengen, però, dovrà restare in isolamento fiduciario. Si potrà entrare nel Belpaese anche per motivi di studio oltre che di lavoro, salute e necessità.
Come si legge su TgCom24, il ministro della Salute Speranza ha affermato:
“La situazione a livello globale resta molto complessa. Dobbiamo evitare che vengano vanificati i sacrifici degli italiani negli ultimi mesi”.
Quali sono i paesi terzi?
I Paesi terzi messi in lista dall’Unione Europea devono rispettare dei criteri:
- nuovi positivi, in 14 giorni, per 100 mila abitanti prossimi o inferiori alla media dell’Unione Europea;
- tendenza di nuovi positivi stabile
- inoltre, si terrà conto anche dei test e della tracciabilità.
Le restrizioni di viaggio possono essere limitate o rimosse a discrezione dei paesi, sotto la propria responsabilità. Ciò dipenderà da alcuni fattori come, ad esempio, la valutazione della situazione epidemiologica.