La Siberia non trova pace, le temperature da record stanno alimentando gli incendi della regione e i roghi quadruplicano. La foresta brucia come mai prima.
La Siberia è funestata nuovamente da incendi, resi più forti da temperature da record, che quadruplicano i roghi. La foresta brucia e sembra che la situazione debba soltanto peggiorare. Anche lo scorso anno la regione è stata colpita da importanti incendi e temperature molto alte, in una zona caratterizzata delle basse temperature.
I terribili incendi
La zona della Siberia interessata è il distretto di Anabar, a sud-ovest dell’estuario del fiume Olenyok nel Mare di Laptev. Secondo le rilevazioni Copernicus Sentinel-2 dell’UE siamo di fronte a quello che probabilmente è l’incendio che si trova maggiormente a nord degli ultimi anni, dato che sta divampando all’interno del circolo polare artico. Secondo una nota del servizio Copernicus, in questo periodo è comune avere incendi nella zona. La situazione è aggravata dai venti forti e dalle temperature record.
I roghi si trovano a 12 km nord rispetto allo scorso anno, registrato dal programma. Il 29 giugno si sono registrati i 45° al di sopra del Circolo Polare Artico e pochi giorni prima, si era arrivati ai 38°.
I problemi ambientali
Secondo Michigan Jonathan Overpeck, preside della scuola ambientale dell’Università, il riscaldamento della Siberia sta avvenendo molto più velocemente a causa degli alti livelli di anidride carbonica e altri gas serra in atmosfera:
“Questo riscaldamento sta portando a un rapido crollo e ad un aumento degli incendi. […] Il riscaldamento da record in Siberia è un segnale di avvertimento di proporzioni maggiori.[…] ed è un altro segno che l’Artico amplifica il riscaldamento globale anche più di quanto pensassimo”.
Sabato l’agenzia russa per la gestione degli incendi boschivi Avialesookhrana, ha fatto sapere che 1,15 milioni di ettari di foresta sta bruciando in Siberia. Le zone non possono essere raggiunte dai vigili del fuoco e l’area più colpita ha perso 929.000 ettari e prende il nome di Repubblica di Sakha (nota anche col nome di Yakutia), dove si trova Verkhoyansk. Ci sono stati ben 127 incendi.
Un ulteriore possibile problema è il possibile scioglimento del permafrost, che ha già portato allo sversamento di petrolio avvenuto il mese scorso. Alexander Sergeyev, presidente dell’Accademia delle scienze della Russia, lancia un avvertimento:
“Dovremmo organizzare un monitoraggio totale degli edifici industriali e abitativi sul permafrost. Se si degrada, tutti quegli edifici inizieranno a scivolare”.